Bloodshot - Libro uno, la recensione

Blooshot - Libro uno cancella fa tabula rasa della costruzione psicologica del personaggio operata nelle storie passate

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Bloodshot #1, anteprima 01

Venerdì 13 marzo è uscito nelle sale cinematografiche d'oltreoceano Bloodshot, film diretto da Dave Wilson su sceneggiatura di Eric Heisserer che vede l’attore Vin Diesel nel ruolo del protagonista. Diverse sono state le iniziative promosse dalla Valiant per sfruttare il gancio offerto dalla pellicola, e dopo Bloodshot Rising Spirit tocca ora alla nuova serie scritta da Tim Seeley per i disegni di Brett Booth.

Nel preludio, disegnato per l’occasione da Tomás Giorello, il soldato con i naniti è impegnato in una missione contro un gruppo di terroristi ribattezzato Figli dell’ultima carne. Sullo sfondo, un’altra organizzazione segue le vicissitudini di Ray Garrison per impossessarsi della tecnologia che l’ha reso l’arma perfetta. Non dobbiamo attendere molto per scoprire chi si cela dietro il nome di Black Bar: nel primo capitolo, infatti, si parte subito forte con un confronto diretto tra Bloodshot e gli sgherri dell’organismo parastatale.

Ha così inizio un’avventura che definire adrenalinica è poco, con inseguimenti e battaglie corpo a corpo a profusione. Condite tutto ciò con armi di ultima generazione, funzionari governativi machiavellici e colpi di scena e otterrete un prodotto di intrattenimento senza dubbio piacevole.

L'impeccabile Giorello, una delle punte di diamante della Valiant, ci ha fin qui offerto prove di assoluto valore, spaziando dall’epicità di X-O Manowar alle atmosfere da spy story di Ninja-K. In quest’occasione, si dimostra a suo agio anche nel dare vita a sequenze action di grande impatto. Il tratto di Booth rimanda più all’estetica degli anni ’90 e al suo riferimento stilistico principale, Jim Lee. Le sue tavole ricche di particolati e dal taglio cinematografico sono sviluppate orizzontalmente per evidenziare la dinamicità degli inseguimenti e delle battaglie.

"la Valiant ha accantonato (si spera solo temporaneamente) l’importante lavoro di approfondimento psicologico operato in precedenza da Jeff Lemire."Per chi si avvicina al personaggio per la prima volta, Bloodshot – Libro uno rappresenta un buon punto d’ingresso al fine di comprendere le abilità del personaggio, farsi conquistare dalla sua risolutezza e lasciarsi trasportare in missioni mozzafiato degne delle migliori produzioni hollywoodiane. Se avete avuto modo di dare uno sguardo al trailer del film, sappiate che la dimensione di questa storia è la medesima.

I lettori di vecchia data potrebbero invece restare delusi da quella che a nostro avviso è una netta involuzione della serie. Legando la controparte cartacea e quella cinematografica del soldato, la Valiant ha accantonato (si spera solo temporaneamente) l’importante lavoro di approfondimento psicologico operato in precedenza da Jeff Lemire, innescato con la miniserie The Valiant e proseguito sulle pagine di Bloodshot Reborn e Bloodshot Salvation. Questo fumetto ci consegna dunque una figura bidimensionale che, una volta scemato il clamore degli scontri a fuoco, lascia ben poco tra le mani e non regge il confronto con la figura complessa, alla ricerca di sé e della redenzione che tanto abbiamo apprezzato negli ultimi anni.

[gallery type="thumbnails" columns="1" size="large" ids="281832,281833,281834,281835,281836"]

Continua a leggere su BadTaste