Bloodshot - Libro uno, la recensione
Blooshot - Libro uno cancella fa tabula rasa della costruzione psicologica del personaggio operata nelle storie passate
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Venerdì 13 marzo è uscito nelle sale cinematografiche d'oltreoceano Bloodshot, film diretto da Dave Wilson su sceneggiatura di Eric Heisserer che vede l’attore Vin Diesel nel ruolo del protagonista. Diverse sono state le iniziative promosse dalla Valiant per sfruttare il gancio offerto dalla pellicola, e dopo Bloodshot Rising Spirit tocca ora alla nuova serie scritta da Tim Seeley per i disegni di Brett Booth.
Ha così inizio un’avventura che definire adrenalinica è poco, con inseguimenti e battaglie corpo a corpo a profusione. Condite tutto ciò con armi di ultima generazione, funzionari governativi machiavellici e colpi di scena e otterrete un prodotto di intrattenimento senza dubbio piacevole.
"la Valiant ha accantonato (si spera solo temporaneamente) l’importante lavoro di approfondimento psicologico operato in precedenza da Jeff Lemire."Per chi si avvicina al personaggio per la prima volta, Bloodshot – Libro uno rappresenta un buon punto d’ingresso al fine di comprendere le abilità del personaggio, farsi conquistare dalla sua risolutezza e lasciarsi trasportare in missioni mozzafiato degne delle migliori produzioni hollywoodiane. Se avete avuto modo di dare uno sguardo al trailer del film, sappiate che la dimensione di questa storia è la medesima.
I lettori di vecchia data potrebbero invece restare delusi da quella che a nostro avviso è una netta involuzione della serie. Legando la controparte cartacea e quella cinematografica del soldato, la Valiant ha accantonato (si spera solo temporaneamente) l’importante lavoro di approfondimento psicologico operato in precedenza da Jeff Lemire, innescato con la miniserie The Valiant e proseguito sulle pagine di Bloodshot Reborn e Bloodshot Salvation. Questo fumetto ci consegna dunque una figura bidimensionale che, una volta scemato il clamore degli scontri a fuoco, lascia ben poco tra le mani e non regge il confronto con la figura complessa, alla ricerca di sé e della redenzione che tanto abbiamo apprezzato negli ultimi anni.
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