Bloodshot - Libro due, la recensione

La nuova serie di Bloodshot svilisce l'ottimo lavoro di approfondimento della precedente gestione per proporre un prodotto legato a un'estetica ormai compassata

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


Condividi

Bloodshot #4, anteprima 01

Grazie all’intervento dei Bruciati, Bloodshot è riuscito a scampare all’agguato tesogli dalla Black Star, un’organizzazione parastatale decisa a impadronirsi della tecnologia che ha reso un semplice uomo un’arma perfetta. Adesso, per il Nostro ha inizio un’avventura ancora più violenta e paurosa, che lo costringe ad attingere a tutte le sue risorse e alla sua formazione per uscirne vivo.

Star Comics ha da poco pubblicato in Italia il secondo volume della nuova serie di Bloodshot, scritta da Tim Seeley per i disegni di Brett Booth. Anche in questo brossurato, troviamo gli stessi elementi che hanno caratterizzato il precedente, ovvero una predominante componente action, un’estetica figlia dei film e dei fumetti indipendenti degli anni ’90, tavole ricche di dettagli e l’utilizzo di inquadrature dal taglio cinematografico.

Mescolando tutti questi aspetti si ottiene un prodotto immediato, diretto che non richiedi eccessivi sforzi per essere compreso. Vi basta semplicemente salire a bordo di questo treno lanciato a velocità altissima, lasciarvi andare alla lettura di una vicenda lineare e seguire la scia di morte e distruzione che lascia dietro di sé. Insomma, se apprezzate fumetti che puntano molto sulla componente sensazionalistica, a stupirvi con effetti speciali degni delle migliori pellicole di genere, allora la gestione di Seeley fa al caso vostro.

Se, invece, avete amato la figura modellata da Jeff Lemire, ovvero quella di un anti-eroe dall’animo travagliato, alla ricerca di verità e redenzione, allora potete mantenervi lontani da questa storia. Le peculiarità che hanno reso i precedenti volumi un’esperienza di lettura molto sentita, con approfondimenti psicologici maturi e riflessioni mai banali, lasciano il posto a uno sviluppo solo superficiale, che preferisce concentrare l’attenzione solo sulle gesta di un soldato inarrestabile che senza porsi tanti interrogativi – in realtà nessuno – si lancia in missioni sempre più pericolose armato dei suoi naniti e di armi di ultima generazione.

Un discorso analogo può essere esteso anche ai disegni di Booth: le sue tavole sono dense di azioni e nonostante il dinamismo mantengono invariata la cura dei dettagli. Sfogliando questo volume, si avvertono le stesse suggestioni che si provavano a leggere gli albi della Image Comics agni inizi dei nineties: il disegno diventa un tratto fondamentale che contraddistingue queste storie, riuscendo a far passare in secondo piano trame spesso prive di reali elementi di interesse. Proprio come in questo caso.

Venendo all’edizione italiana, evidenziamo come Star Comics abbia deciso di pubblicare solo tre numeri originali e inserire diverso materiale aggiuntivo: tavole in bianco e nero commentate dallo sceneggiatore, oltre a un’ampia galleria con illustrazioni e copertine variant. La scelta appare indovinata in quanto offre uno sguardo dietro le quinte sempre interessante che rendere la fruizione del volume ancora più completa.

In chiusura, non possiamo non segnalare con grande dispiacere la seconda battuta d’arresto. Vediamo come Seeley porterà avanti questa run, nella speranza di ritrovare un personaggio più accattivante.

[gallery type="thumbnails" columns="1" size="large" ids="291118,291117"]

Continua a leggere su BadTaste