Blood of Zeus (prima stagione): la recensione

Blood of Zeus è uno show violento, sanguinario, che cerca e trova tutto il proprio senso in un mood epico che valorizza ogni momento

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Blood of Zeus (prima stagione): la recensione

Nelle mani di Blood of Zeus, la mitologia greca diventa un dark fantasy puro. E potremmo star qui a ragionare su quanto leggende e miti antichi abbiano già di per sé i connotati di questo genere contemporaneo. Ma in particolare nella serie animata di Netflix certe caratteristiche sono accentuate, certe svolte sono più forti, e così lo è la gestione epica dei personaggi e del loro agire. Il risultato è uno show visivamente pregno, estremamente serioso, violento, sanguinario, che cerca e trova tutto il proprio senso in un mood epico che valorizza ogni momento.

La serie parla di Heron, figlio di Zeus cresciuto sulla Terra. La sua vita viene sconvolta nel momento in cui un'armata di demoni minaccia tutto il suo mondo. Ma si tratta di un pericolo che già va oltre, che germoglia in uno scontro interno fra gli dei dell'Olimpo e nel possibile e terrificante ritorno dei Giganti. Heron, che è di per sé già il classico predestinato per nascita, viene gettato in un mondo sconosciuto e pericoloso, nel quale dovrà imparare a controllare se stesso e le proprie capacità.

La narrazione di Blood of Zeus si appoggia ad alcuni classici stilemi che lo avvicinano al fantasy che si diceva prima. Il predestinato per nascita, le origini sconosciute, il viaggio della scoperta, ma anche la razza stessa dei demoni, l'oggetto magico da trovare, la gestione dei poteri e altro. Nel raccontare questo soggetto originale, lo studio Powerhouse – lo stesso di Castlevania – si appoggia ad un linguaggio riconoscibile e familiare. Forse perfino troppo, dato che già i primi due episodi saranno intasati da una grande quantità di spiegoni e retroscena sui personaggi. E altri ne arriveranno.

Tutte informazioni che una serie con un'altra gestione del ritmo narrativo avrebbe diluito in corso d'opera. Qui tutto arriva invece fin da subito, e poggia su un terreno ancora fragile. Una volta esaurito ciò, la serie farà fatica ad esempio a costruire una vera empatia con il personaggio di Heron, che rimane poco interessante nonostante tutto. Sembra un grave errore, ma più si va avanti negli otto episodi, più questa scelta assume un suo senso. Ci riesce sicuramente alla luce degli ultimi due spettacolari episodi, che condensano tutta la narrazione in un lungo atto finale di violenza, massacro e sangue. Blood of Zeus è davvero una serie epica, e questa è la sua forza.

Visivamente lo show funziona – come da tradizione del genere mitologico – su scale di grandezza azzeccate e giuste tra umani, bestie, demoni e altro. Ma la grandezza qui non è solo funzionale ad aumentare la distanza incolmabile tra i miseri umani e gli immortali. Diventa essa stessa veicolo di epicità nel momento in cui si entra nel vivo della battaglia. Blood of Zeus è una serie violenta e sanguinaria, che esalta lo scontro e le manifestazioni sovrumane di forza, velocità, resistenza. Una battaglia contro dei colossi oggi non può far altro che ricordare L'attacco dei giganti, ma a sua volta, anche grazie alla sua dimensione fantastica, potrebbe ricordare l'Eclisse di Berserk.

Blood of Zeus purtroppo pecca in una certa frettolosità nell'intreccio, ma nei suoi migliori momenti rimane un'esperienza visivamente esaltante.

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