Blockbuster (stagione 1), la recensione

Nonostante Randall Park e Melissa Fumero cerchino in ogni modo di salvare la baracca, Blockbuster non fa quasi mai al centro

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Blockbuster la recensione della stagione 1, disponibile su Netflix dal 3 novembre.

È alquanto ironico che, proprio su Netflix, sia presente una serie tv sull'ultimo Blockbuster della terra. Nella nuova serie tv di Vanessa Ramos, già autrice di Superstore, si parla anche dell'avvento dei servizi streaming, ulteriore pietra tombale oltre alla crisi economica del 2008 per il colosso dell'entertaining fisico. L'ironia di raccontare la storia di una catena che spingeva il supporto fisico, solamente in streaming, è probabilmente una delle poche cose che realmente convincono di questa debole comedy in dieci episodi.

Nonostante abbia come protagonisti due capisaldi del genere degli ultimi anni, come Randall Park (Fresh off the Boat) e Melissa Fumero (Brooklin 99), Blockbuster sembra, proprio come il negozio reale, una commedia fuori dal tempo. Tra citazioni a film e programmi degli ultimi anni, e risate forzate dovute dall'imbarazzo del momento, la serie tv non riesce quasi mai a spiccare il volo.

La trama di Blockbuster

Timmy Yoon (Randall Park) è un sognatore analogico che vive in un mondo 5G che lavora per Blockbuster da tutta la vita. Quando la catena inizia a chiudere tutti i suoi punti vendita, il negozio di Timmy diventa l'ultimo esistente.

Se vi sembra di aver già sentito qualcosa di simile, non sbagliate: l'intera serie tv è basata su fatti realmente accaduti (ora romanzati) e narrati nel documentario The Last Blockbuster, sempre disponibile su Netflix.

Timmy e i suoi dipendenti, tra cui la donna di cui è da tempo innamorato, Eliza (Melissa Fumero), devono quindi lottare per portare avanti l'attività, senza più l'azienda a coprire le spese primarie. L’unico modo per riuscirci è ricordare alla loro comunità che possono offrire qualcosa che i servizi streaming non possono dare: ovvero un legame umano.

Tra uno stipendio e un fornitore, Timmy dovrà far emergere la sua attività e mantenerla aperta nonostante tutto. Allo stesso tempo dovrà dare una mano ai suoi dipendenti e fare ordine nella sua vita privata.

Dicevamo in apertura di recensione che la forza di Blockbuster sono proprio i suoi due protagonisti. Park e Fumero hanno una buona chimica a schermo (mai eccellente purtroppo) e riescono bene o male a portare a casa la performance, a differenza degli altri comprimari. Tutte le storie secondarie infatti sanno di già visto, e sono scontate e spesso ripetitive, ancorate a un modo di scrivere tv ormai sorpassato.

Un negozio e (una sit-com) fuori dal tempo

Purtroppo, nonostante l'idea di base fosse interessante, Blockbuster sprofonda molto presto nella banalità. Oltre a un cast di personaggi secondari poco originale, guidato dall'odioso Percy (J.B. Smoove). Amico d'infanzia di Timmy, capace di cambiare personalità a ogni episodio, risultando schizofrenico e irritante. Il resto del cast ha una buona prova attoriale, ma rimane sempre in una conca di indifferenza rispetto a ciò che accade ai due protagonisti.

È un vero peccato, perchè Superstore (la precedente serie tv di Vanessa Ramos) seguiva quasi lo stesso iter, ma riusciva a convincere dopo un paio di episodi grazie a un cast variopinto e situazioni eterogenee. Da Superstore Blockbuster eredita alcuni dei set, facilmente riconoscibili dalle inquadrature esterne della serie.

Data la chiusura di diverse serie tv da parte di Netflix, crediamo che difficilmente lo store di Timmy riaprirà i battenti per una seconda stagione. La piattaforma streaming quindi compirà il suo destino, e riuscirà a chiudere anche l'ultimo Blockbuster. Ma nel mondo ottimista dello show, potrebbe succedere un miracolo, e con il prossimo gruppo di episodi lo staff di Timmy potrebbe rialzarsi più forte di prima e mostrare una scintilla di audacia.

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