Blazing Chrome è il Contra del quale avevamo bisogno - Recensione
Blazing Chrome merita una fruizione feroce e intensa. Preferibilmente in compagnia
La scusa per mettere in opera la distruzione sparacchina la dà il solito futuro post apocalittico, nel quale le macchine hanno soggiogato l'uomo, al termine di una cruenta guerra che ha ridotto la popolazione mondiale e devastato le città che abitava. La resistenza è messa in atto da sparuti gruppi, è nei panni di uno dei loro membri, una tostissima soldatessa o un robot ribelle dalla cresta colorata d'arancione, che il giocatore cercherà, ovviamente, di salvare il mondo. Da solo o anche in compagnia, vista l'imprescindibile presenza di una modalità cooperativa locale.
Il feeling restituito dai primissimi momenti di gioco è quello dei Contra più tradizionali, in particolare del terzo capitolo, vicino oltre che nell'impianto di gioco anche nelle atmosfere e nell'estetica. Al centro di tutto stanno lo sparo e il salto, prevedibilmente, che sono tutto quanto serve per arrivare vivi alla fine dei livelli, bucherellando le corazze dei nemici incontrati lungo il cammino. C'è un elemento in più rispetto ai canoni del genere, la cui introduzione però non è del tutto convincente, ovvero la rotolata. È utile per schivare i proiettili più infidi, ma il fatto che sostituisca la tradizionale possibilità di scendere di piattaforma (l'input di comando è lo stesso, in basso + salto) limita occasionalmente di molto la mobilità, soprattutto in alcuni scontri con i boss.
[caption id="attachment_198262" align="aligncenter" width="1920"] Un'ottima varietà di ambientazioni, nemici e situazioni rende l'esperienza sempre fresca[/caption]
Se il ritmo dell'azione rimane sempre alto infatti il merito non è solo della corretta declinazione di un impianto di gioco classicissimo, che butta incontro a un giocatore che procede ad armi spianate nemici dall'apprezzabile varietà e tosti quanto basta a non banalizzarne lo sterminio, ma anche dell'inventiva che ormai potremmo definire tipica di JoyMasher, che se in Oniken si permetteva di far combattere il protagonista contro un orso polare robotico qui tira fuori intensissime corse in sella a una moto antigravitazionale, momenti ispirati a Space Harrier e boss che sono un evidente tributo a Gunstar Heroes. A proposito dei boss: sono molti, dalla difficoltà ben calibrata e, soprattutto, tutti spettacolari.
A mettere in scena questo turbinio di proiettili ed esplosioni ci pensa un comparto tecnico di derivazione 16 bit, e si tratta di un'evoluzione rispetto alle precedenti produzioni del team di sviluppo, che invece omaggiavano l'epoca 8 bit. Funziona benissimo, principalmente in virtù di sprite dall'apprezzabile livello di dettaglio, fondali ispirati (tutto il secondo livello, con un variopinto tramonto che si riflette su un mare dominato da spoglie montagne e puntellato da rovine, è molto evocativo) e scelte cromate azzeccatissime; quando a questa goduria visiva retrò si accompagna una colonna sonora e infoiatissima i sensi davvero si risvegliano. Ed è quanto merita Blazing Chrome, una fruizione feroce e intensa. Preferibilmente in compagnia.