Blackbox vol. 2: Innocenza meccanica, la recensione
Abbiamo letto e recensito per voi il secondo volume di Blackbox, la distopica serie indipendente italiana
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Dopo un primo capitolo fortemente introduttivo, di cui vi abbiamo parlato più di un anno fa, torna il mondo biomeccanico di Giuseppe Grossi e Gaetano Longo, rispettivamente sceneggiatore e colorista, con un cambio della guardia alle matite. Il ruolo è ora ricoperto da Lorenzo Scipioni.
Il tema di Blackbox si conferma quello del confronto tra umanità e razionalità senza freni, incarnata dai terribili Ibromi, macchine da guerra meccaniche che incorporano parti umane, cadaveri di soldati caduti, e che forse ne condividono almeno un po' della personalità e dei ricordi.
I pregi i questo secondo volume sono gli stessi del primo: temi molto forti e caratterizzanti, un'ambientazione interessante e coerente, un impianto visivo che colpisce. Più dinamico il tratto di Scipioni rispetto alla visione espressionista di Mario Monno. Sarà forse frutto del caso, ma la scelta accompagna il diverso ritmo narrativo imposto da Grossi in sceneggiatura. Sicuramente più chiaro e meno criptico del suo predecessore, Innocenza meccanica si segnala per una generale crescita della storia e un miglior equilibrio tra gli eventi che accadono sulla pagina e le chiavi di interpretazioni fornite ai lettori, che si sente meno sperduto e abbandonato.
Anche perché paga la scelta di concentrarsi su un personaggio in cammino: Isaac prende il posto della sua anziana madre come attore principale di questo dramma cupo, e il suo sguardo è proiettato ora verso il futuro. Non essere più legati alla malinconia e ai ricordi, frammentati e isolati fra loro, rende la vicenda più lineare e il percorso dei personaggi più comprensibile. Non guastano alcune scene d'azione e la presenza di svolte di trama destinate a mettere in moto ancor più gli eventi.
Blackbox vol. 2 fa quindi un passo in avanti nei confronti dell'esordio. In tutti i sensi. Peccato per la prospettiva di dover aspettare ancora molti mesi prima di vedere il terzo e ultimo capitolo di questa serie italiana indipendente decisamente ambiziosa, che per ora ha confermato quanto di buono mostratoci al debutto.