Black Science vol. 9: Nessuna autorità oltre la propria, la recensione
Ora che Black Science è giunta alla fine possiamo dirlo: è decisamente una delle migliori storie a fumetti degli ultimi anni
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Black Science giunge dunque al suo finale. Nove volumetti editi in Italia da BAO Publishing ci hanno condotto attraverso un viaggio accidentato, non lineare, complicatissimo e terribilmente appassionante, scaturito dalla penna infervorata e ambiziosa di Rick Remender e dalla matita semplicemente ammirevole e a suo modo pionieristica di Matteo Scalera. Questa storia l'abbiamo amata molto, tra i suoi picchi altissimi di qualità e i suoi bassi mai da rimpianto. Ora che è giunta alla fine possiamo dirlo: è decisamente una delle migliori storie a fumetti degli ultimi anni. Non che non lo sapessimo, non che sia una grande sorpresa, ma adesso si può dire compiutamente.
"Ora che è giunta alla fine possiamo dirlo: è decisamente una delle migliori storie a fumetti degli ultimi anni."Non sarebbe stato semplice intuire fin dall'inizio il progetto di Remender, che si è aperto come un inno alla fantascienza pulp, uno dei fumetti di genere più coraggiosi che abbiamo avuto per le mani da molto tempo, per quanto riguarda la prospettiva e l'ampiezza di sguardo che presupponeva, ma è andata così. E per fortuna. Perché Black Science sarebbe stata un'opera con dei difetti potenzialmente mortali se non avesse avuto questo ammirevole intento metanarrativo a sorreggerla, a fare da stampella alle inevitabili incoerenze di trama, al chiacchiericcio contemporaneamente eccessivo e insufficiente delle sue spiegazioni pseudo-quantistiche. Se avessimo dovuto seguire da vicino solo il percorso dei suoi protagonisti in termini di eventi, la serie avrebbe rischiato di scivolarci via, di perdere la Trebisonda a metà del cammino.
Possiamo però promettervi alcune cose. Avrete per le mani un ultimo capitolo che vi farà vacillare spesso, che sembrerà confermare i difetti di questa serie e vi farà temere che abbiano preso il sopravvento. Black Science è anche un caos, come caotica è la mente del suo protagonista. Come i compagni di Grant, sarete tentati di perdere le speranze e pensare che proprio sul finale la serie vi deluderà definitivamente. Come loro, le darete fiducia perché ha un carisma pazzesco e trascinante. Secondo noi, a differenza di quel che spesso fa McKay nella trama, non vi lascerà insoddisfatti. Vi irriterà, vi farà forse arrabbiare, ma non mancherà di emozionarvi. Non come vi aspettate, probabilmente, ma anche in questo sta la sua bellezza.
Altra cosa che possiamo garantire: avete di fronte uno spettacolo per gli occhi. Tra poco ci sarà Lucca Comics & Games 2019, e Matteo Scalera sarà ospite di BAO Publishing. Sarebbe sperabile che il popolo dei lettori di fumetti del nostro Paese gli dedicasse almeno un po' dell'affetto che merita, questo disegnatore spericolato e bravissimo, capace di piegare lo stile visivo dei comics a proprio vantaggio e non il contrario. Scalera è perfetto per Black Science e per il Fumetto americano contemporaneo proprio perché non è disposto a scendere a troppi compromessi stilistici, perché sa essere chirurgicamente efficace in una storia così mainstream senza per forza adattarsi alle regole. E questo ci lascia spesso a bocca aperta.
Black Science è giunto alla fine, forse persino a compimento. Le due cose non necessariamente coincidono e non era scontato che la seconda accadesse, dato l'impianto narrativo di questa storia che ad ogni passo, per le sue ambizioni notevoli, ha rischiato di crollare sotto il loro peso. Speriamo che se ne parli molto, che chi non l'ha ancora letta la riscopra presto, questa storia adorabilmente snervante, figlia di un protagonista tiranno nel farci impazzire emotivamente e nel tracciare un destino tutto proprio, ad ogni costo. Bravi tutti. Ci mancherete molto.