Black Science vol. 2: Benvenuto, Nessundove, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Black Science, serie Image creata da Rick Remender e Matteo Scalera, edita da BAO Publishing

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Dopo lo sconvolgente finale del primo volume (QUI la recensione), ritorna Black Science, una delle serie sci-fi più valide in circolazione da molto tempo a questa parte, con un nuovo ed emozionante arco narrativo.

Nel secondo volume, intitolato Benvenuto, Nessundove, la storia dei Dimensionauti riprende proprio da dove l'avevamo lasciata: Grant McKay, ex-leader della Lega Anarchica degli Scienziati, nonché principale inventore del Pilastro, artefatto che che consente il viaggio dimensionale, è morto, cosa che ha lasciato i suoi figli Pia e Nate, nonché gli altri membri del gruppo, dispersi in una misteriosa quanto mortifera realtà, popolata da misteriose creature insettoidi, delle specie di "millepiedi telepati". I sopravvissuti dovranno dunque cercare un modo per resistere in un piano dimensionale assai ostile, nell'attesa che il Pilastro sia pronto a compiere l'ennesimo salto che li porterà chissà dove. Protagonisti assoluti della storia saranno senza dubbio i due figli di McKay, i quali si dimostreranno essere ragazzini molto più tosti di quello che l'apparenza potrebbe suggerire. Fra inseguimenti rocamboleschi, battaglie all'ultimo sangue e misteri sempre più intricati, avremo modo di scoprire alcuni retroscena sul passato dei protagonisti, in particolare quello di Rebecca, una donna con molti scheletri nell'armadio. L'universo narrativo di Black Science è composto, potenzialmente, di infinite realtà parallele, cosa che si traduce nell'altrettanto potenziale presenza di personaggi doppelgänger dei protagonisti: non date, dunque, nulla per scontato, e siate pronti ad assurdi e meravigliosi colpi di scena.

In questo secondo capitolo, Rick Remender mantiene tutte le promesse fatte silenziosamente nel primo, dimostrando che Black Science è una serie che varrà sicuramente la pena seguire sino alla sua fisiologica conclusione. La saga immaginata dalla potente mente dello sceneggiatore americano è un succulento minestrone di tutto ciò che c'è di apprezzabile nel genere fantascientifico, in senso cross-mediale: Remender è infatti un maestro nel saper attingere da più fonti, non limitandosi a premere "cmd+c" sulla sua tastiera, ma sapendo re-immaginare e mixare elementi narrativi presi da libri, film, serie TV e fumetti con i quali siamo un po' tutti cresciuti, sapendo in seguito dare vita a qualcosa di molto originale e appassionante. La capacità dello scrittore di scrivere storie sempre nuove e altrettanto coinvolgenti è grande, specie quando questi è libero dai vincoli imposti da un universo narrativo preesistente (qualcuno ha detto Marvel Comics?). È sempre un grande piacere dunque vedere quanto Rick Remender sia a suo agio nel suo personalissimo parco giochi, discorso che vale per Black Science, così come per Deadly Class, e tutte le altre serie creator-owned alle quali lo sceneggiatore ha dato vita. Nel secondo volume dell'opera presa in esame, lo scrittore scrive uno story arc che si legge tutto d'un fiato, fluido, dinamico e coerente, senza alcuna sbavatura o lacuna.

Inoltre, saremmo curiosi di osservare il nostro Matteo Scalera mentre disegna le tavole di Black Science: siamo difatti praticamente certi che uno degli artisti più spettacolari del nostro Paese si diverta ed esalti non poco quando impegnato a tradurre in matite e inchiostri le sceneggiature di Remender. Lo stile di Scalera, in continua e positiva evoluzione, sta a una serie di questo tipo come la mortadella sul pane, per usare una metafora culinaria. L'artista si dimostra essere pienamente a suo agio nel disegnare scenari e mondi dove il suo grande estro creativo può trovare libero sfogo: tra creature e mostri sempre più particolari nel loro design, non va dimenticata la grande capacità da parte di Scalera di disegnare protagonisti umani dotati di grandissima carica visiva ed espressiva. Il tutto viene esaltato quasi magicamente dalla tavolozza di Dean White, uno dei coloristi più talentosi del mondo del fumetto mainstream americano.

In conclusione, resta poco altro da aggiungere su Black Science: vi piace la fantascienza? Siete alla ricerca di qualcosa di nuovo e frizzante in un genere narrativo che a volte sembra essersi irrimediabilmente saturato e che abbia già detto tutto? Questo è il fumetto che fa per voi.

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