Black Sails 1x01, "I.": la recensione
Noioso, privo di equilibrio, poco accattivante: Black Sails non ci è piaciuto
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Jonathan E. Steinberg proietta nell'universo piratesco il racconto delle tensioni interne a gruppi sociali sofferenti e posti in condizioni limite che già aveva raccontato in Jericho. Il tema, tanto nelle sue componenti storiche che in quelle di finzione, si presta bene all'argomento. Affiancato nella scrittura da Robert Levine, Steinberg lo spoglia della sua componente avventurosa, che invece era un cardine dell'opera originale di Stevenson, per narrarne i retroscena politici, il contesto storico, le difficoltà economiche, la difficile applicazione delle norme sociali in un luogo che per definizione spesso se ne allontana del tutto. Qui non si parla dei pirati che venivano regolarmente finanziati dalle nazioni europee nel XVI secolo, ma di veri e propri fuorilegge che, come profetizza il capitano Flint ad un certo punto, stanno per essere tramutati in mostri.
Nel mondo di Black Sails, che nomi a parte (Flint, John Silver) non si associa nemmeno per un istante a quello del romanzo da cui tutto ha origine, si incontrano invece le strade di pirati che biascicano discorsi altisonanti attraverso i loro denti bianchissimi e perfetti, di una damigella sboccata poco credibile nel gestire il mercato nero su un'isola di pirati (anche se trova il modo di infilare un "fuck" poco opportuno in ogni linea di dialogo), di un avventuriero che s'improvvisa cuoco e trova anche il modo di farsi pagare un trattamento non da poco al bordello locale. Non convince il cast, che tra le altre cose non spicca per volti particolarmente interessanti (lo scarso e antipatico John Silver di Luke Arnold su tutti), se non forse per Toby Stephens. La scarsa cura nella costruzione visiva dei protagonisti si riflette anche in caratterizzazioni poco incisive e in un costante limitarsi a ricalcare i cliché e le situazioni più immediati (la frase "There's a war/a storm/something coming" andrebbe bandita dal mondo). Il tutto concedendosi, come un diversivo irrinunciabile, ma che non si è riusciti ad integrare meglio nella narrazione, alcune scene di sesso al meglio incomprensibili.