Black Monday vol. 2: La bilancia, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Black Monday, di Jonathan Hickman e Tomm Coker

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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Il sangue è il tramite del potere.

Vendere l’anima al diavolo è una delle tante espressioni che si utilizzano nel linguaggio comune per indicare che pur di raggiungere un obiettivo si è disposti a tutto. In Black Monday, invece, non si tratta solo del machiavellico principio "il fine giustifica i mezzi" ma di qualcosa di molto più profondo e inquietante: l’anima di una persona viene immolata sull'altare di una divinità che chiede il giusto tributo, Mammona.

Nel panorama della narrativa a fumetti, Black Monday Murders (questo il titolo originale) è senza dubbio una delle opere più affascinanti e, al contempo, di difficile accesso. Come Mammona, la serie Image Comics scritta dal fenomenale Jonathan Hickman e disegnata da un Tomm Coker decisamente in forma, impone il pagamento di un prezzo equo – in questo caso si tratta solo di alzare il livello di attenzione, tranquilli! – per essere compresa e apprezzata in tutte le sue molteplici sfumature. Grazie al lavoro di Oscar Ink, possiamo tornare (per l'ultima volta, se la serie non riprenderà negli States) a godere dell’incredibile esperienza visiva e intellettiva contenuta nel secondo volume di Black Monday, intitolato La bilancia.

Sin dall’alba dei tempi, Mammona controlla le sorti dell’umana gente attraverso il potere economico, da sempre ago della bilancia delle fortune delle nazioni. Nell’ultimo secolo, il consiglio d’amministrazione della principale banca occidentale, Caina Investment Bank, ha gestito i flussi di Wall Street, alternando crolli e picchi, in un vortice pagato a caro prezzo dai più. Mentre il detective Theodore James Dumas indagava sull’omicidio di Daniel Rothschild (uno dei consiglieri di Caina), ha scoperchiato il proverbiale vaso di Pandora: coadiuvato dal professor Gaddis, si è imbattuto in una serie di verità che, se divulgate, getterebbero il mondo intero nel caos.

Dopo aver distrutto l’Universo Marvel con Secret Wars, Hickman fa fuori in un sol colpo economia, politica e religione con un noir dalle marcate influenze esoteriche. Il lettore viene travolto da un mare di teorie e rivelazioni a dir poco sconvolgenti, capaci di colpire e demolire le certezze dell’uomo qualunque. La grandezza di Black Monday Murders sta proprio nella maniera in cui, attraverso le parole dei protagonisti della vicenda, rivivono i molteplici – e spesso deprecabili – aspetti dell’animo umano. Lo scrittore statunitense gestisce in maniera magistrale le varie sequenze, alternando diverse linee temporali che dispiegano gradualmente il grande affresco narrativo.

Il ritmo è serrato, non concede pause, e l’avventore deve sempre essere pronto a cogliere gli indizi disseminati lungo il percorso passando dalla lettura di segmenti disegnati a e-mail, da verbali della polizia a stralci di giornali. Tutto concorre alla creazione di un’opera in cui l’interazione tra le singole parti è studiata per rendere il risultato finale qualcosa di unico ed estremamente originale, reso ancora più accattivante dallo spessore dei temi trattati e dal lavoro al tavolo da disegno di Coker.

Lo stile spigoloso del disegnatore è perfetto per rendere al meglio l’articolata struttura narrativa. Il taglio cinematografico impresso alle pagine ci restituisce un'opera pronta a essere trasformata in un film, o meglio ancora in una serie televisiva. Inoltre, per un fumetto tanto complesso l’espressività è fondamentale, e in tal senso, Coker è superlativo. Il merito va però condiviso con Michael Garland, le cui colorazioni conferiscono ulteriore drammaticità e incisività alla storia.

L’animo degli uomini è facilmente corruttibile e il denaro è il più grande deterrente. Black Monday è una lettura che mette a nudo tutti i nostri punti deboli e spazza via ogni falsa credenza. Siete pronti a guardare nell’abisso?

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