Black Mirror: abbiamo visto la terza stagione, le nostre impressioni in anteprima!
Le nostre impressioni in anteprima sulla terza stagione: Black Mirror prende nuove strade, sperimenta con i generi, ma rimane una grande serie
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La terza stagione di Black Mirror è diversa dalle precedenti. Possiamo immaginare che le maggiori possibilità produttive abbiano avuto un peso nella costruzione delle storie e nel modo di raccontarle. Ci troviamo di fronte a più scene in esterni, più effetti speciali, più ambientazioni. Su tutto si estende la mano del creatore Charlie Brooker, attivamente coinvolto nella produzione, ma al tempo stesso abbiamo visto sei episodi profondamente diversi tra di loro. L'idea è quella di diventare più grandi, per poter continuare ad esistere. Pochissimi episodi, come quelli delle stagioni precedenti, devono necessariamente avere uno sguardo più ficcante e incisivo, raccontare storie particolari ma che abbiano una portata universale, diventando molto simboliche.
Il senso di angoscia potrà esserci, ma viene incanalato in altre forme narrative, con storie magari meno cattive e ciniche. Potrà essere un horror, un thriller (questa volta vero), uno scenario di guerra, perfino un poliziesco. Ciò che importa, infine, è raccontare belle storie, e Black Mirror ci riesce: San Junipero ad esempio è una perla destinata a occupare un posto sul podio degli episodi migliori. Ma in generale abbiamo visto ottime interpretazioni (Bryce Dallas Howard su tutti) e nomi di rilievo alla regia (Dan Trachtenberg su tutti, lo rivediamo dopo l'ottimo 10 Cloverfield Lane). Abbiamo visto soprattutto una serie che non è stanca e non ha il fiato corto, ma che anzi con questo nuovo segmento di episodi ha preso un'altra strada, forse l'unica che le permetterà di sopravvivere e di continuare a raccontare grandi storie.