Black Mirror 4x05 "Metalhead": la recensione
La recensione di Metalhead, episodio molto particolare di Black Mirror, ambientato in un mondo post-apocalittico
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La sperimentazione è una costante nella terza e quarta stagione di Black Mirror. Lo ripetiamo ad ogni occasione. Di fronte alla necessità di produrre più episodi, bisogna uscire dalla linea retta tracciata agli esordi e, approfittando della natura antologica dello show, costruire nuove soluzioni, narrative e di genere. D'altra parte, qualche limite dovrà esserci, ed è proprio su quel limite che si incaglia Metalhead, episodio della quarta stagione della serie Netflix diretto dal bravo David Slade (30 giorni di buio, Hard Candy). Si tratta di un thriller post-apocalittico in bianco e nero, un gioco di sopravvivenza giocato su scenari spogli e scarni. Ma il risultato è deludente.
Si tratta di un survival thriller che gioca sulla messa in scena in bianco e nero, sostenuta forse per costruire un'identità che questo ambiente di per sé non costruisce mai. L'ambientazione e il background sono scarni e puramente strumentali ad un intreccio che si mantiene estremamente basico. E non è tanto ciò che è presente ad essere dissonante, quanto ciò che manca rispetto agli altri episodi di Black Mirror. Il thriller, tanto in questa stagione quanto in quella precedente, non è una novità, ma si tratta di un genere che viene agganciato ad una messa in scena e una forma del racconto che è coerente con il resto della serie. L'abbiamo visto in Shut Up and Dance e in Crocodile.