Black Mirror 1x02 "Fifteen Million Merits": la recensione
Ricordiamo insieme Fifteen Million Merits, la terrificante parabola distopica raccontata nel secondo episodio di Black Mirror
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In un mondo ipercontrollato, il giovane Bingham (Daniel Kaluuya) segue la stessa routine ben codificata e predisposta. Dal mattino alla sera, pedala per quanto può di fronte a degli schermi che trasmettono programmi spazzatura. Pedalando alimenta insieme agli altri l'energia che tiene in piedi il mondo. Più pedala più punti ottiene, più punti ottiene più strumenti virtuali può acquistare per migliorare l'avatar che interagisce e dialoga con il mondo. Dal mattino alla sera, senza fermarsi, in un circolo continuo dal quale apparentemente si può sfuggire solo accedendo ad un talent (la possibilità di esibirsi costa appunto 15 milioni di punti). C'è molta disillusione e stanchezza nella quotidianità di Bingham, ma all'improvviso qualcosa sembra scuoterlo. In un mondo artificioso e costruito in serie, arriva Abi (Jessica Brown Findlay), una bella ragazza che vorrebbe fare la cantante. Bingham deciderà di aiutarla a partecipare al talent.
Tutto è vago, finto, sogni tanto generici perché devono arrivare a più persone contemporaneamente. E cosa c'è di più generico e astratto del concetto di "celebrità"? Che sia qualche visualizzazione in più su YouTube o un parere positivo di un giudice o di una platea costituita da avatar il discorso non cambia. È solo un miraggio, un'illusione che sfugge tra le dita, l'ennesimo pasto di plastica da consumare in fretta. A proposito di pasti, l'episodio è condito da una serie di piccole chicche, come un distributore che suggerirà cosa l'utente potrà preferire in base alle sue precedenti scelte (quanti suggerimenti "correlati" riceviamo ogni giorno? Quanto veniamo manipolati senza rendercene conto, mentre esaltiamo la libertà della rete?).
In uno dei finali più crudeli di sempre, si scopre il sistema per annientare il cambiamento: assimilare la rivoluzione, farla propria, ribaltare il suo linguaggio antisistema facendola entrare dalla porta principale. Infine, non c'è alcuna differenza tra il talent show e la voce della verità. Entrambe sono illusioni di un cambiamento possibile, che non deve avverarsi, ma deve solo rimanere sullo sfondo come possibilità realizzabile, per darci la forza di alzarci ogni giorno senza sentirci completamente sconfitti.