Black Lightning 1x03, "LaWanda: The Book of Burial": la recensione

La nostra recensione del terzo episodio della prima stagione di Black Lightning, intitolato "LaWanda: The Book of Burial"

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L'assassinio di LaWanda, commesso da Lala (anche lui passato a miglior vita), ha sollevato un moto di coscienze a Freeland. Complice anche il ritorno in scena del supereroe Black Lightning, gli abitanti della cittadina trasformata in un ghetto criminale dalla gang dei Cento sono sempre più decisi a ribellarsi allo status quo che li vede sempre più vittime di un sistema malavitoso.

Il reverendo di Freeland, dunque, sceglie di divenire il portavoce del malcontento popolare, promuovendo una marcia di protesta. Tobias Whale e i suoi sottoposti non rimangono di certo indifferenti, e programmano una contromossa atta a soffocare ogni possibile ribellione sul nascere. Black Lightning deve dunque ergersi nuovamente a protettore della sua comunità.

Nel frattempo, Anissa Pierce inizia a esplorare la portata dei suoi super poteri, mentre sua sorella Jennifer decide di fare un importante passo.

Sebbene con difetti importanti che andremo a illustrare di seguito, LaWanda: The Book of Burial, terzo episodio della prima stagione di Black Lightning, segna un passo importante, sebbene sostanzialmente scontato: finalmente, infatti, si inizia a intravedere un impianto narrativo nella trama dello show, il cui storytelling avanza, sebbene stentatamente e a rilento.

È difficile riuscire già a comprendere la direzione che gli autori vogliono dare alla serie TV. Nonostante questa possa essere etichettata come "cinecomics", essendo di fatto un adattamento televisivo di storie e personaggi nati sulle pagine dei fumetti, Black Lightning rifugge - non sappiamo quanto volutamente - gli stilemi che negli anni sono diventati canonici, in merito a queste produzioni. Buona parte del minutaggio degli episodi visti finora, infatti, si concentra sulle vicende private della famiglia Jefferson, così come sulle vicissitudini sociali della comunità afro-americana di Freeland. Tutto questo potrebbe essere anche un bene, portando un importante vantaggio alla storia, se non fosse che tutte le dinamiche narrative esplorate finora risultino poco convincenti. Il contesto domestico del protagonista e della sua famiglia, infatti, è trattato in maniera piuttosto stereotipata e conseguentemente superficiale: i meccanismi sono così rugginosi da funzionare a fatica, ricadendo spesso e volentieri nel cliché (si guardi alla questione "perdita della verginità"), tanto che anche quelli che dovrebbero risultare poi come colpi di scena sono in realtà intuibili con estrema facilità. Allo stesso tempo, per quanto la questione razziale sia un argomento molto caldo negli Stati Uniti, andrebbe forse reiterato un po' meno, anche solo per non svilirne l'importanza. Invece, in questi episodi il tutto viene rimescolato alla rinfusa e propinato forzatamente allo spettatore, che inevitabilmente può andar incontro a noia.

La componente supereroistica, molto - e forse troppo - esigua, diviene un contorno: in qualche modo, sappiamo che Black Lighting farà la sua comparsa in un'unica sequenza nelle battute finali dell'episodio per risolvere la situazione. Il ristagnare su pattern già ripetuti per tre volte su tre potrebbe rivelarsi una mossa assai pericolosa per il futuro dello show.

Nonostante tutto questo, come già detto, qualche spiraglio c'é, a partire da ciò che concerne il personaggio di Anissa Pierce, tra vita relazionale e - presumibilmente - da supereroina. È lei il solo personaggio che si presenta in maniera sostanzialmente interessante.

In generale, LaWanda: The Book of Burial è comunque un episodio più modesto ed equilibrato di quello che lo ha direttamente preceduto. Meno "chiasso" - anche grazie a una colonna sonora più discreta - e una trama concisa e lineare che, al netto di tutte le riflessioni suddette, porta a casa un timido risultato, ma pur sempre positivo.

Nell'episodio fa il suo esordio un personaggio di nome Grace Choi, la cui versione originale è apparsa originariamente in Outsiders vol. 3 #1 (2003), creata da Judd Winick e Tom Raney. In origine il personaggio lavorava in un nightclub, prima di scoprire il suo retaggio amazzone e divenire una supereroina. Il legame con gli Outsiders è fortificato dall'easter eggs che abbiamo notato, che vede il personaggio portare nella sua borsa un fumetto originale del gruppo (nello specifico Outsiders vol. 2 #16, del 1995).

Proprio Grace fa menzione a due personaggi dei fumetti DC Comics, rispettivamente Supergirl e Looker (quest'ultimo, noto villain del suddetto gruppo).

Infine, torna in scena Lady Eve, che sembra essere la vera signora del crimine di Freeland, nonostante per ora l'abbiamo conosciuta solo come proprietaria dell'impresa funebre Black Bird Funeral Parlor. Anche questo personaggio è apparso originariamente sulle pagine dei fumetti, esattamente in Batman and the Outsiders #24 (1985), creato da Mike W. Barr e Alan Davis.

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