Black Bird (miniserie): la recensione

Black Bird racconta fatti interessanti con potente efficacia e deve molto all'impeccabile performance dei suoi protagonisti

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Il True Crime è un genere televisivo talmente sfruttato da aver (quasi) raggiunto il punto di saturazione in TV, anche se indagare sugli eccessi della psiche umana difficilmente passerà del tutto di moda come difficilmente si esauriranno gli omicidi. Non per nulla le serie ispirate a crimini realmente accaduti fanno ancora parlare ampiamente di sé, soprattutto quando offrono ai loro protagonisti (sempre più spesso prestati dal cinema alle serie TV) un palco particolarmente difficile con il quale confrontarsi, per interpretare ruoli di persone magari ancora in vita, con la difficoltà aggiunta di non farne una caricatura.

Il rovescio della medaglia è che la frequenza di questo genere di serie ha fatto sì che sia sempre più difficile che un prodotto spicchi tra gli altri o non dia una sensazione di déjà vu.

Come sempre più spesso capita ultimamente, tuttavia, Apple TV+ irrompe nel mercato con Black Bird, serie true crime in 6 puntate particolarmente affascinante.

Parlare di Black Bird senza parlare delle menti e soprattutto della penna che si cela dietro questo progetto, sarebbe impossibile. Dennis Lehane, prolifico autore di romanzi, è infatti colui che ha sviluppato il progetto e sebbene non sia frequentissimo vederlo confrontarsi con il mondo del cinema o della televisione (motivo per cui, probabilmente, ha tanto successo quando ciò accade) è innegabile che la sua mano, come in questo caso, sia più che riconoscibile, così come lo è stato per The Wire, Boardwalk Empire e Chi è senza colpa, solo per citare alcune delle sue incursioni in questo mondo, senza dimenticare il fatto che sia anche autore di romanzi da cui sono state tratte pellicole di grandissimo successo come Mystic River, Gone Baby Gone e Shutter Island. Il suo peculiare stile, associato alla regia di Michaël R. Roskam, Joe ChapelleJim McKay, ha creato ancora una volta una tempesta perfetta.

LA TRAMA DI BLACK BIRD

Black Bird è tratto dal romanzo autobiografico intitolato "In With the Devil: A Fallen Hero, a Serial Killer, and a Dangerous Bargain for Redemption" e racconta la storia di Jimmy Keene (Taron Egerton) figlio di un poliziotto, ragazzo sveglio, atletico ed affascinante tombeur-de-femmes che spreca il proprio talento ed intelletto finendo per venire arrestato per spaccio e possesso di armi, che gli procureranno una condanna di 10 anni. Quando alcune particolari circostanze lo porteranno a voler ridurre la propria pena, dopo l'iniziale ritrosia, finirà per accettare un patto offerto dal procuratore: essere trasferito in un carcere di massima sicurezza per malati di mente al fine di guadagnarsi la fiducia ed ottenere quindi l'ubicazione dei cadaveri sepolti da quello che le forze dell'ordine, guidati dal detective Brian Miller (Greg Kinnear) e dall'agente dell'FBI Lauren McCauley (Sepideh Moafi), credono fermamente essere un seriale killer, Larry Hall (Paul Walter Hauser), noto per aver falsamente confessato diversi crimini.

LA MAGIA DI UNA SERIE "IMBOTTIGLIATA"

Se non avete familiarità con il termine "bottle episode", in senso lato Black Bird vi aiuterà a comprendere il senso di questa definizione. In gergo televisivo i bottle episodes sono infatti quegli episodi girati usando solo i set preesistenti, normalmente per esigenze di risparmio in cui, per dirla in parole povere, sicerca di fare molto con poco. Sebbene questo show non abbia precisamente questo intento, è comunque - per buona parte dei 6 episodi - "imbottigliato" nell'ambiente del carcere, nel quale si svolge gran parte dell'azione, una scelta che serve non solo uno scopo pratico, considerato appunto la trama di Black Bird, ma anche e soprattutto uno narrativo.

La tensione che si rispira nell'arco di tutti gli episodi, costantemente in crescita, è infatti uno dei pregi di questo show in cui, nonostante il protagonista sia stato addestrato ad affrontare ciò che lo aspetta e per quanto chiunque possa essere preparato a guadagnarsi la fiducia di un assassino seriale, la pressione emotiva sarà sempre in costante ascesa, grazie ai molti colpi di scena, ma anche e soprattutto a ciò che Jimmy dovrà fare non solo per portare a termine la propria missione, e per uscire indenne da un ambiente fortemente ostile nel quale il suo innato fascino non sempre è utile.

Taron Egerton e Paul Walter Hauser sono ovviamente la punta di diamante di questa riuscitissima serie, non solo per la loro impeccabile performance, ma anche per come i personaggi da loro interpretati sono scritti. Jimmy non è un uomo che accetta di affrontare questa rischiosa avventura perché è su un cammino di redenzione, è piuttosto qualcuno che avrebbe potuto avere tutto dalla vita, ma ha scelto di usare al peggio i propri doni e che si trova di fronte un'occasione e decide di prenderla al volo (per quanto rischiosa) senza alcuna empatia nei confronti di vittime che non conosce e delle quali, almeno inizialmente, non gli importa poi molto. Il suo rapporto con Larry sarà, almeno agli inizi dello show, solo un mezzo da sfruttare per un fine: la libertà.

In quanto a Larry Hall poi, Paul Walter Hauser fa un incredibile lavoro nel bilanciare con perfetta maestria un'equilibrata via di mezzo tra una persona con un qualche ritardo mentale, un innocente sciocco ed un pericoloso e manipolativo serial killer senza scrupoli, che nasconde la propria latente rabbia dietro un'apparente ritrosia nei confronti del mondo e delle persone, lasciando a lungo il pubblico nel dubbio, che perdurerà nella serie mentre tra i due si forma uno strano legame e cominciano a condividere storie e racconti del proprio passato e della propria famiglia, in circostanze che obbligheranno Jimmy, in particolare, ad essere più sincero di quanto non sia mai stato con se stesso, per costruire un autentico legame di fiducia con Larry.

Anche il modo in cui i terribili crimini di cui Larry si sarebbe presumibilmente macchiato e che coinvolgono delle bambine, nel loro orrore, sono trattati con grande tatto e senza voyeurismo (con uno degli episodi, in particolare, che viene narrato dal punto di vista di una delle vittime del serial killer), ma neppure empatia nei confronti dei criminali che li commettono, le cui azioni sono elaborate e narrate al fine di essere capite, ma mai giustificate.

UNA DELLE ULTIME INTERPRETAZIONI DI RAY LIOTTA

Alle eccezionali interpretazioni dei protagonisti, fanno da contraltare quelle di un cast di supporto molto ricco e valido, tra cui spicca senza dubbio Ray Liotta, in una delle sue ultime performance (l'attore è decaduto a maggio di quest'anno), particolarmente toccante nella sua ingenua fragilità nel ruolo del padre di Jimmy, un personaggio che avrà grande impatto sul figlio e sulle sue decisioni.

Mentre la tensione sale ed il rapporto tra i due protagonisti si fa sempre più intenso e stretto Jimmy cambia profondamente con esso, costretto ad empatizzare con l'essenza stessa del male, è obbligato anche a guardare dentro di sé, mettendosi alla prova per raggiungere il suo scopo e per non essere più, semplicemente, un uomo che accetta un impossibile compito per un egoistico scopo personale, ma una persona migliore, che si batte per un principio. Al di là di ogni considerazione Black Bird è una serie che senza dubbio funziona, non solo grazie ai personaggi al centro della storia ed alle performance dei suoi interpreti, ma anche e soprattutto perché racconta fatti interessanti con potente efficacia. E nonostante gli sforzi e le opportunità, non tutte le serie televisive che condividono questo genere ci riescono.

Black Bird debutta l'8 luglio su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

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