Birthright vol. 6: Paternità, la recensione
Abbiamo recensito per voi il sesto volume di Birthright, di Joshua Williamson e Andrei Bressan
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Strappato dall’affetto della sua famiglia quando era poco più che un bambino, Mikey Rhodes è stato portato da Rook nel mondo magico di Terrenos per adempiere al compito a cui è destinato: le profezie parlano di lui come del Prescelto, colui che sarebbe giunto per uccidere il Dio-Re Lore, oscuro signore che domina la realtà fatata. Qualcosa, però, non è andato come previsto, e dopo averlo visto tornare sulla Terra con lo scopo di uccidere i maghi che tengono divisi i due mondi, abbiamo scoperto una verità agghiacciante su Mikey: il guerriero è stato corrotto ed è ora posseduto da un demone Nullamente. A poco sono serviti gli interventi della famiglia Rhodes e della compagna Rya: Mikey è deciso a portare a termine la sua missione. L’unico che potrebbe invertire l’esito dello scontro è Samael, il nonno del Prescelto, uno dei cinque maghi trasferitisi sulla Terra.
Su queste pagine giunge un importante punto di svolta: grazie ai poteri di Samael, infatti, lo scrittore di Nailbiter conduce il lettore in un viaggio attraverso i ricordi di Mikey e, grazie a questo espediente narrativo, riviviamo il momento dello scontro tra il giovane protagonista e Lore, cosa che ci permette di apprendere nuovi dettagli. Dopo oltre venticinque episodi, finalmente scopriamo cosa ha spinto Mikey ad accettare di servire il tiranno e ad accogliere dentro sé il Nullamente. Mentre nella mente del Prescelto si consuma questo sentito confronto, all’esterno, Aaron e Wendy Rhodes sono ancora in apprensione per il sequestro del figlio Brennan (catturato nel volume precedente dal braccio destro di Lore, Kallista) e braccati da enigmatici agenti segreti.
L’importante svolta è caratterizzata da una narrazione carica di tensione, un crescendo di emozioni che trovano il loro climax solo nelle pagine finali. La scena è quasi del tutto catturata dalla vicenda umana di Mikey: conoscere il suo trascorso, le difficoltà che ha dovuto patire e le scelte pesanti che ha dovuto prendere crea la giusta empatia nel lettore e, soprattutto, conferisce al personaggio una profondità accattivante.
Nonostante Williamson sveli i retroscena del tradimento del ragazzo, evidenziando come la natura seduttiva del male sia in grado di piegare anche lo spirito più forte e puro, le azioni di Mikey restano in parte sconosciute, e gli interrogativi lasciati in sospeso sono ancora diversi. Lo scrittore californiano è abile nell’aggiungere di volta in volta elementi nuovi e d'impatto che aprano a sviluppi insondabili.
In Paternità la scena cambia continuamente, saltando dalla fredda Scozia a fantastici giardini esotici: repentini spostamenti che imprimono un ritmo serrato alla lettura e mantengono vivo il fascino della serie, che continua a essere caratterizzata da colpi di scena decisamente riusciti.
Vista la centralità del viaggio nella mente di Mikey, Bressan adotta uno storytelling originale e visionario, alla costante ricerca di soluzioni in grado di trasportare il lettore in luoghi fantastici, dominati dalla magia, dai demoni e dai ricordi. La consueta espressività, precisione e cura dei dettagli viene affiancata dalla capacità di realizzare affascinanti scenari in spettacolari splash page, esaltate dalla colorazione di Lucas.