Birthright vol. 2: Il Richiamo dell’Avventura, la recensione
Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Birthright, scritto da Joshua Williamson, disegnato da Andrei Bressan e intitolato Il Richiamo dell’Avventura
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Birthright è un fantasy moderno, che unisce alle tipiche atmosfere Sword & Sorcery una dimensione contemporanea, in cui un immaginario popolato di elfi, guerrieri e draghi incontra indagini federali, interrogatori e inseguimenti in elicottero senza mai trascurare la componente umana, l’approfondimento psicologico, il dramma personale. La storia realizzata dallo scrittore Joshua Williamson per i disegni di Andrei Bressan, portata in Italia da saldaPress, ruota intorno alle vicende della famiglia Rhodes, nucleo coeso e spensierato la cui integrità viene spazzata via dalla scomparsa, nel giorno del suo compleanno, del piccolo Mikey. Mentre faceva qualche lancio insieme a suo padre Aaron si è addentrato in un bosco con l’intento di recuperare la palla senza, però, farne più ritorno. Le colpe e le indagini dell’FBI sono confluite sul povero Aaron fin quando, giusto un anno dopo, un uomo nel pieno della sua maturità fisica, barba e capelli incolti, appare dicendo a tutti di essere il “bambino” scomparso. La diffidenza è tanta, e viene accentuata dalla fuga di questo uomo che viene da un mondo fatata chiamato Terrenos, che si dichiara essere il Prescelto nonché uccisore del malvagio Dio-Re Lore. Adesso è tornato sulla Terra con la missione di impedire che le orde ancora legate a Re Lore invadano il suo pianeta natale.
La narrazione fluisce in maniera agevole e leggera, di facile fruizione anche per chi non è avvezzo a saghe con troppi comprimari. I flashback sugli anni della formazione di Mikey arrivano sempre al punto tensivo più alto alleggerendo l’atmosfera e, contestualmente, aggiungono tasselli importanti per completare lo splendido mosaico imbastito. Riscontriamo ancora la presenza di tòpos del romanzo fantasy, come il viaggio, la polarizzazione bene/male o la figura dell’eroe impavido e coraggioso, ma sempre declinati in maniera nuova, intelligente, magnetica. Il romanzo ruota intorno a Mikey, e Williamson è bravo nel creare un alone di mistero intorno alla figura del Prescelto tale da spingerci a porci diversi interrogativi sulle sue reali intenzioni, sulle motivazioni che lo spingono ad agire in questo modo. Memori della frase che è solito ripetere (“Le cose non sono sempre ciò che sembrano”) restiamo in attesa di un elemento che ci offra la verità dietro questa convincente storia.
Se siete rimasti colpiti durante la lettura del primo volume di Birthright, l’acquisto di questo secondo ciclo di storie è obbligatorio visto l’appassionante ritmo con il quale vengono narrate queste vicende. Se non rientrate in questa prima cerchia di lettori, beh, questo volume ha tutte le carte in regola per spingervi a modificare il vostro giudizio e catturarvi con il suo mix di fantasy, avventura e dramma.