Birds of Paradise, la recensione

Ispirandosi ad un mitologia nota, quella del mondo violento del balletto classico, Birds Of Paradise non sa che film essere

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Birds of Paradise, la recensione

Il mondo del balletto classico è Tana delle Tigri. Il cinema ce lo dice in tutte le maniere, è il rovescio della medaglia dell’altro ballo, quello di strada e delle accademie in stile Saranno famosi. E Birds Of Paradise ci sguazza proprio dentro altri film sul balletto classico. Sguazza nella scuola di danza di Suspiria, con continue citazioni di architettura liberty e colori, e sguazza dentro Il cigno nero, con la sua trama di sesso e rivalità. In più ci vuole aggiungere un strato di amicizia e vicinanza tra due ragazze. Sembra di capire che in soldoni il film vorrebbe essere capace di descrivere quel rapporto strettissimo che si crea tra due amiche che finiscono a condividere così tanto da sfociare nella rivalità.

L’impianto è semplice: nella scuola di ballo di Parigi è arrivata un’americana che prima litiga poi lega con la sua compagna di stanza, americana anche lei ma di estrazione sociale più alta. L’obiettivo di tutti là dentro è il primo premio di fine anno che dà diritto ad una carriera. Per arrivarci bisogna non essere cacciati e quindi di settimana in settimana migliorare e scalare la classifica dei migliori continuamente aggiornata (in un font bellissimo scritto a mano). Come nel circuito del tennis. Non mancherà il grande saggio finale in cui decretare i migliori. Per arrivarci Kate e Marine fanno un patto che sarà tradito, si innamorano di uomini diversi e ne vengono possedute.

Con un impianto simile Birds Of Paradise poteva essere tutto e invece non è niente. Non è un vero film erotico (figuriamoci!) spaventato com’è dal piacere del sesso, che viene pure praticato ma sembra sempre un dovere, come gli esercizi. Non è un vero film sul balletto, perché non c’è nessuna grazia nei balli e non c’è nessun impegno nel filmarli. Non è un vero film su un’americana in Francia e il contrasto culturale. Non è nemmeno un vero film sui meccanismi psicologici femminili perché ci vengono presentati con molta brutalità. Cosa più grave non è nemmeno un film che possa parlare con le immagini, nonostante lo desideri così tanto da inserire di continuo sequenze di delirio, nottate nei club con le maschere e scenografie lussuriose che contraddicono il resto della storia.

Quello che poteva essere e che ogni tanto sì ha la vaga impressione che possa interessare a qualcuno, è un film su una ragazza con una situazione non facile a casa, che non ha lo stesso background economico delle altre e che non viene mai davvero accettata in un circolo snob (perché francese) ed elitario (perché è la danza). Una che ha il fisico e la forza, cioè è potente (come gli Stati Uniti) ma che deve sviluppare la grazia e uno strato di sofisticazione europeo. Una che, infine, si muoverà politicamente, di alleanze, per arrivare là dove il fisico, l’impegno e la provenienza non le consentono. Ecco questo sarebbe un buon film ma non può fare tutto lo spettatore, qualcosa ce lo dovrebbe mettere anche Birds Of Paradise.

Continua a leggere su BadTaste