Billions 2x07 "Victory Lap": la recensione

La recensione del settimo episodio della seconda stagione di Billions

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Spoiler Alert
Qui non si gioca e non si fa beneficenza. O meglio, se la beneficenza arriva serve essenzialmente a coprire una ricerca di consensi – in cui, per altri versi, si parlerà nell'episodio – mentre il gioco è solo quella parte più gustosa che tiene impegnate le parti tra un affondo e l'altro. Billions inaugura la seconda parte della stagione con una puntata, intitolata Victory Lap, misurata, precisa e interessante. Si conferma quindi quel buon trend inaugurato fin dalla première della stagione, che vede la serie di Showtime meno alta come aspirazioni, più controllata come scrittura e più focalizzata sui personaggi. Manca sempre il guizzo decisivo, quel qualcosa che faccia esplodere la storia, ma per ora bene così.

Si riparte dalla "fregatura" presa da Axelrod, uno che a fare la figura dello stupido non ci sta. Quindi, dopo aver cercato un capro espiatorio sul quale far ricadere la colpa per gli investimenti in una zona destinata al default, capisce che in fondo, per una volta, parte della responsabilità è la sua. Sarà forse per questo che per tutto l'episodio Axe gira un po' a vuoto. Sbraita e si atteggia come al solito, ma è anche capace di momenti di silenzio e ascolto, chiede pareri ai suoi collaboratori più stretti, rinuncia ad avere l'ultima parola nelle conversazioni. L'istinto lo spinge verso il punto di vista di Taylor: chi è causa del suo male pianga se stesso, se la città-azienda deve fallire, così sia. Con tutte le nefaste conseguenze del caso.

Ci sarà anche spazio per uno screzio con Maggie, che interpreta il proprio ruolo all'interno dell'azienda forse con troppa solerzia. Axelrod potrebbe aver commesso un errore nella propria ossessione nel riavere accanto a sé la vecchia collaboratrice. Saranno infine le parole di Lara a spingere Bobby verso quella che in fondo era stata la sua decisione fin dal principio. Tempi di dubbi e riflessioni anche per Chuck. A tormentarlo due pensieri, quello di una possibile candidatura, sostenuto da un sondaggio a quanto pare favorevole, e il tradimento di Bryan, che da pupillo si è trasformato nell'ennesima persona dalla quale guardarsi.

Ancora una volta risalta, nella contrapposizione tra Bobby e Chuck da un lato e Maggie e Lara dall'altro, questa idea di confronto tra uomini che urlano, lanciano sguardi falsi e sorrisi poco amichevoli, e donne più misurate, forse più nascoste, spesso più mature, capaci di vedere il "gioco" per ciò che è e di saper mettere la parola giusta al momento giusto. Come al solito si tratta di procedere equilibrando vittorie e sconfitte, dubbi e risoluzioni.

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