Billions 2x05 "Currency": la recensione

La recensione del quinto episodio della seconda stagione di Billions, intitolato Currency

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Spoiler Alert
La deposizione della scorsa settimana si blocca mentre Billions racconta due giorni d'inferno vissuti dai suoi protagonisti. Da queste parti l'inferno è la normalità, ma bisogna dire che le 48 ore raccontate da Currency contengono al loro interno varie sfide e slanci verso il futuro della stagione. Poco o nulla si risolverà positivamente per i protagonisti, ma noi potremo dare uno sguardo più ravvicinato e riuscito alle loro caratterizzazioni.

Un'anticipazione su una prossima svalutazione della valuta nigeriana spinge Axelrod su un sentiero pericoloso e rischioso ma potenzialmente molto redditizio. In questa strada, lui che è abituato ad agire come un ariete, non può proseguire da solo, e quindi convoca altri "colleghi" per informarli della situazione. Addirittura tra questi spunta Todd, ed è chiaro che tra i due non corre ancora buon sangue dopo gli ultimi fatti. In ogni caso, tutti sembrano pronti a metter da parte gli scontri precedenti. Il problema si presenterà in conclusione nel momento in cui Rhoades riesce a chiudere la morsa su Boyd sfruttando, nonostante qualche problema, la talpa McKinnon.

Su un altro versante, molto più personale, della storia, il viaggio parallelo di Wags lo porta a riconsiderare se stesso, la scarsa cura di sé, il valore della propria professionalità. Come al solito ci penserà Wendy a portare un po' di sana razionalità all'interno delle vite del prossimo. Solo complimenti e ammirazione per lei, come quella che proviene da Chuck durante una seduta nella quale confessa di indossare i panni da procuratore anche per giustificare di fronte agli sconosciuti l'interesse che la donna ha nutrito per lui. Al tempo stesso, anche il matrimonio di Lara e Axe subisce qualche scossone, per certi versi seguendo dinamiche già viste in House of Cards.

L'episodio, diretto da Steph Green, è molto buono. In generale conferma il trend positivo di una seconda stagione in ripresa dopo i molti dubbi del primo anno. La scrittura appare più sotto controllo, qualche eccesso ogni tanto tra dialoghi altisonanti e metafore improvvisate, ma quello è il marchio della serie e quindi ci si dovrà abituare. A funzionare, a interessarci, sono i personaggi. Per la seconda volta Taylor sottoutilizzata, peccato.

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