Billions 2x03 "Optimal Play": la recensione

La recensione del terzo episodio della seconda stagione di Billions, intitolato Optimal Play

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Spoiler Alert
Con Optimal Play si chiude quel blocco di episodi di Billions che avevamo avuto la possibilità di vedere in anteprima. Tre puntate che hanno visto il ritorno della serie di Showtime con valori più alti rispetto alla più che altalenante stagione passata. Se bisogna dire che Billions ha ormai trovato una sua cifra stilistica, sono stati proprio i piccoli aggiustamenti a rendere il tutto più digeribile, in questa serie dove è impossibile provare empatia per qualcuno. Axelrod a un certo punto definisce i suoi avversari, collaboratori, conoscenti al di fuori della famiglia come semplice carne da macello, ed è questa una definizione che la scrittura stessa di Billions può adoperare nella trattazione dei suoi caratteri.

Intorno ad un tavolo da poker, gioco perfetto per i personaggi della serie, vanno in scena inganni e ripicche milionarie. I soldi come l'obiettivo finale, ma anche come un mezzo per ottenere e conservare il potere, in un circolo vizioso che ingabbia un po' tutti. Spesso nella puntata ci viene sbattuta in faccia la ricchezza esagerata dei contendenti, che non hanno nulla da perdere se non l'orgoglio e la loro presunta virilità. Proprio questo concetto, legato visibilmente allo sfruttamento della figura di Wendy, qui ago della bilancia tra Axe e Todd, è importante.

Wendy si rende conto ben presto di essere stata coinvolta al di là delle sue capacità personali, ma proprio per destabilizzare emotivamente Axelrod, che in effetti non è indifferente alla sua presenza. E, in conclusione di episodio, è proprio toccando la virilità di un socio e amico di Boyd che Chuck lo convince a collaborare per incastrarlo. Allora tutto questo sistema di uomini forti e dominanti viene ridimensionato dalla presenza di Taylor. Il fatto che Todd non riesca a decifrare le sue espressioni, che si trovi spiazzato di fronte alla pedina dell'avversario, rappresenta simbolicamente l'idea di un mondo non preparato, tutto sommato più incerto e fragile di quel che vuole mostrare.

Fa eccezione, almeno per adesso, Axelrod, che ha preso Taylor sotto la sua ala. Anche lei, inevitabilmente, è solo carne da macello per lui. Eppure forse stavolta Axelrod ha messo le mani su qualcosa che non può controllare proprio perché troppo lontana dagli schemi mentali e dal tipo di persone a cui è abituato. Insomma, farebbe bene a non sottovalutarla.

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