Billions 1x03 "YumTime": la recensione

Terzo episodio per Billions: nonostante il rinnovo, la serie di Showtime non riesce a decollare e a coinvolgere

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Spoiler Alert
Fresco di rinnovo da parte di Showtime, Billions non riesce nel corso del suo terzo episodio a lanciarci qualsiasi segnale che possa farci gioire per l'annuncio. Anzi, tutti i difetti del pilot che marginalmente si erano inabissati la scorsa settimana tornano prepotentemente in superficie fino ad occupare lo schermo nei momenti più facili da ricordare dell'episodio. Il resto è un intreccio che si nasconde, nemmeno troppo bene, dietro una complessità di facciata non abbastanza matura da giustificare l'approccio.

Tanto per mettere le cose in chiaro YumTime fa il paio con la scena lesbo della scorsa settimana e anzi raddoppia, iniziando con ben due scene di sesso altrettanto inutili. Ma non è su questo che vale la pena soffermarsi. Dopo pochi minuti infatti arriva il momento emblematico – anche perché è una delle poche cose che ci rimarrà in mente dopo l'estenuante visione – in cui Rhoades costringe uno sconosciuto al parco a raccogliere con le mani le feci del suo cane. Nell'ottica della puntata, anzi della serie, questo è uno di quei momenti definitori, rigidamente separati dagli attimi di vero sviluppo della trama, in cui la superiorità dei personaggi rispetto alla mediocrità della maggioranza degli individui viene esaltata.

Ma è tutto così sgraziato, sopra le righe, eccessivo e serioso da non riuscire mai a costruire quel fascino di cui i personaggi avrebbero disperatamente bisogno per generare quell'interesse prima di tutto verso l'aspetto umano della vicenda. In più, una storia già di suo non particolarmente avvincente viene appesantita da uno sviluppo che disgrega le situazioni – ora guadagnando tempo, ora lavorando su vicoli ciechi – senza una forte visione d'insieme. Sono trascorsi tre episodi e quello che dovrebbe essere il motivo di maggior conflitto, cioè il personaggio di Wendy, rimane relegato ad una caratterizzazione molto indefinita, quasi che la moglie di Rhoades e la collaboratrice di Axel siano due personaggi completamente diversi.

Impalpabile anche tutta la storyline di Lara, che mette i bastoni fra le ruote a June, in un segmento che dovrebbe mostrarci la forza di questo personaggio – il modello di riferimento dovrebbe essere Claire Underwood – e invece, anche per la mancanza di coraggio della scrittura, ci lascia con poco in mano. Tutto il resto, francamente, annaspa in una generale piattezza di fondo, che non dipende necessariamente dall'argomento trattato (anzi, la base sarebbe anche interessante), ma da una scrittura che non riesce mai a coinvolgerci.

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