Big Mouth (stagione 6): la recensione

La stagione 6 di Big Mouth fa il suo dovere, ma non riesce mai a superare il finale della precedente, con alcuni bei momenti ma non graffianti

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Big Mouth la recensione della stagione 6, dsiponibile su Netflix dal 28 ottobre.

Nonostante sia uno dei prodotti più divisivi della piattaforma, Big Mouth è tra le serie tv animate più viste di Netflix. Un successo apparentemente infermabile per i mostri di Nick Kroll, che hanno visto il proprio mondo espandersi a inizio anno con Human Resources. La serie, nata come spin-off, ha portato avanti alcune delle trame della sorella maggiore, e con molta probabilità le due dovranno essere viste in contemporanea per essere apprezzate al meglio.

Dopo la parentesi nei problemi degli adulti e nella vita dei mostri della HR, è ora di tornare al fianco di Nick e Andrew, nella stagione 6 di Big Mouth, disponibile su Netflix dallo scorso 28 ottobre. Dieci episodi inediti che continuano i racconti dei giovani adolescenti in situazioni imbarazzanti, tra i problemi della crescita e della ricerca della propria identità.

La trama della stagione 6 di Big Mouth

Ci pensa proprio Nick Kroll, nei panni del mostro degli ormoni Maury, a spiegare fin dall'inizio che sarebbe meglio aver visto Human Resources prima di cominciare questa nuova stagione. Anche perché gli eventi riprenderanno proprio dal finale, in cui lo stesso Maury si è scoperto incinto della sua compagna di sempre Connie (Maya Rudolph). Nella prima metà di questa stagione 6, i due dovranno scendere a patti prima della nascita del pupo, introducendo anche il macro argomento di stagione: la famiglia.

Si tratta di un argomento che è sempre stato in secondo piano negli episodi precedenti, ma che quest'anno passa sotto il riflettore principale, svelando anche alcuni legami inattesi. I ragazzini dovranno fare i conti con il passato dei propri genitori, e lo faranno ovviamente, nel modo più sboccato possibile. Come al solito, difficilmente potrebbe cominciare a piacervi Big Mouth da questa stagione 6 se non avete apprezzato le precedenti. La serie tende a sottolinearlo, scherzando spesso sulla ricezione del prodotto e trovando qualche escamotage per rompere nuovamente la quarta parete.

Il minimo indispensabile

Ma, per quanto si sforzi, la serie non riesce a raggiungere quanto fatto in passato. La stagione 6 scorre e diverte, ma non ha mai quel momento graffiante capace di renderla unica. Ci sono ovviamente alcuni episodi più riusciti di altri, e vengono introdotti anche nuovi personaggi convincenti (uno doppiato da un sempre ottimo Peter Capaldi) che crediamo avranno spazio nella prossima stagione.

Abbiamo apprezzato che, a differenza di Human Resources, si sia tornati all'esecuzione delle canzoni in lingua originale, senza adattamenti o traduzioni. Comparto musicale che rimane ancora una volta tra gli aspetti migliori della serie tv di Kroll e soci, e che trova il suo massimo compimento nell'episodio dedicato a Lola (che vi ricordiamo è sempre doppiata da Kroll).

La stagione 6 di Big Mouth fa il suo dovere, ma non riesce mai a superare la precedente. Dopo la stagione 5, era difficile concepire un episodio finale migliore, e il risultato quest'anno è poco più che sufficiente. Chissà se, l'anno prossimo, con la stagione 7 e con la seconda di Human Resources, il team di Nick Kroll riuscirà a stupirci ancora una volta.

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