Big Man Plans, la recensione
Abbiamo recensito per voi Big Man Plans di Eric Powell e Tim Wiesch, volume edito da Panini Comics
Eric Powell, celebre fumettista creatore di The Goon, ritorna con una nuova storia auto-conclusiva, coadiuvato ai testi dall'amico Tim Wiesh un veterano del mondo del fumetto americano, qui alla sua priva vera prova come sceneggiatore. La miniserie Big Man Plans ci propone una storia di vendetta, amara e violenta, con protagonista un personaggio davvero sui generis. Il Grand'Uomo è infatti uno spietato vendicatore, deciso a farsi giustizia da sé, armato di martello e altri utensili da utilizzare nella maniera più splatter possibile, facendo trionfare la giustizia (o perlomeno la sua personalissima idea della stessa) in modo tale che dei lupi mascherati da agnelli non la facciano franca, e paghino il più duro dei prezzi per le loro malefatte, che essi stessi hanno saputo abilmente insabbiare. Il Grand'Uomo è mosso dalla rabbia unica di chi ha subito angherie e ingiustizie per tutta la vita a causa delle sue sembianze e delle tristi vicende sempre in qualche modo derivanti da esse, un uomo che è divenuto la vendetta incarnata, all'insegna del fatto che la violenza genera solo altra violenza, senza nulla da perdere e proprio per questo inarrestabile.
Dal punto di vista grafico, Powell utilizza lo stesso magnifico stile che ha reso The Goon un grande fumetto, caratterizzato da un tratto elegante e realistico, che lascia sapientemente contaminarsi da forme lievemente cartoony. Lo storytelling è cangiante, passando da una griglia classica, fino all'abbandono di ogni schema con i personaggi che si muovono liberamente nella pagina, con alcune splash page davvero da urlo. Nell'ultimo capitolo della storia, inoltre, Powell va ulteriormente a rompere la parete, sporcando progressivamente e letteralmente la pagina in modo funzionale alla storia (anche solo sfogliandolo capirete, non vogliamo correre il rischio di cadere nello spoiler). Inoltre, la colorazione rappresenta un elemento fondamentale di Big Man Plans perché va a scandire le sequenze temporali del racconto, passando da toni cromatici più vivi per la parte ambientata nel presente, a tonalità più ingiallite e vintage per il passato prossimo, sino a una quasi completa desaturazione per il passato remoto.