Big Little Lies 2x03 "La fine del mondo": la recensione

Anche al terzo episodio, Big Little Lies conferma l'approccio di quest'anno che vede la forza delle singole interpretazioni prevalere sull'intreccio

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Spoiler Alert
Anche al terzo episodio, Big Little Lies conferma l'approccio di quest'anno che vede la forza delle singole interpretazioni prevalere sull'intreccio. Il gruppo di attrici messo insieme nella serie HBO, con i loro personaggi irrisolti e nevrotici, prevale su una trama che fatica a trovare se stessa. Anche in The End of the World, questo il titolo della puntata diretta sempre da Andrea Arnold, l'intreccio dei sospetti si infrange su un'esecuzione che sottrae drammaticità in favore di un'impostazione più melodrammatica. Il coinvolgimento non ne risente, a meno di aspettarsi qualcosa di più.

Madeline e Ed sono ancora distanti dopo la scoperta del tradimento di lei. Ed, molto risoluto, decide di non affrontare direttamente l'argomento e si distanzia, anche emotivamente, dalla moglie. Madeline da parte sua fa lo stesso, cerca un vago approccio nel momento in cui lo vede parlare e scherzare con Bonnie, ma non riesce ad affrontare in concreto l'argomento.

Renata intanto ha altri problemi. Il fantasma della povertà – che lei vede come qualcosa di volgare – riemerge nel momento in cui la figlia ha un attacco di panico. Il motivo è una conversazione a scuola sul cambiamento climatico. Ne verrà fuori un incontro tra genitori e insegnanti nel quale Madeline prende la parola ma viene colta dallo sconforto: non ci sono certezze, non c'è lieto fine.

Di sicuro non era un lieto fine quello della prima stagione, come emerge chiaramente dallo stato delle cose attuale. Celeste non ha elaborato positivamente il suo rapporto con Perry, Bonnie soffre molto (anche se per la prima volta appare più serena). E poi c'è Jane, che prova ad aprirsi emotivamente, ma il cui percorso come personaggio è vincolato solo alla riuscita del rapporto con Corey, la persona che sta frequentando. Ma nulla di tutto questo è davvero inedito, o coeso, o almeno narrativamente stimolante al di là del senso di disagio provocato dalla singola scena.

Se esiste un senso, va allora rintracciato nella figura di Mary Louise. Con i suoi sospetti sfacciati, le sue smorfie giudicanti, l'insistenza sulla gentilezza del figlio scomparso. Con la totale mancanza di filtri nell'insultare Madeline, nel giudicare Renata e il suo essere presente la sera della "caduta", nell'accusare Jane di aver provocato Perry. Con poche espressioni Meryl Streep interpreta i diversi toni della narrazione: ora melodrammatica, ora grottesca, riuscendo a diversificare come nessun'altra protagonista della serie tenta nemmeno di fare.

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