Between Two Ferns: The Movie, la recensione
La versione allungata, per Netflix, di Between Two Ferns vive di alcuni momenti divertenti ma davvero non fa la fatica necessaria per essere sul serio un film
Consta tutto di domande comicamente provocatorie fatte in faccia a talent e star totalmente consenzienti.
Da quella webserie è stato creato un film, diretto dallo stesso regista degli episodi online, di fatto espandendone la mitologia (che programma è? Da dove viene? Chi lo produce? Perché i talent ci vanno?) e allargando il campo dei personaggi anche ad assistenti di studio, cameramen ecc. ecc.
Between Two Ferns: The Movie è quindi una storia propriamente detta intorno alla registrazione di diverse puntate della webserie, in modo che possa così incorporare almeno una decina (ma anche di più) di interviste a talent noti (Benedict Cumberbatch, Brie Larson, Paul Rudd, Queen Latifah, David Letterman, Matthew McConaughey…). Il resto è girato nello stile di The Office o Parks And Recreation, una specie di documentario intorno ad un gruppo di lavoro scalcinato, che si concentra sulla tentata transizione da webserie a grande show televisivo con pubblico. Galifianakis ovviamente interpreta il suo consueto personaggio troppo-stupido-per-essere-vero.
È impossibile dire che il film non riservi qualche risata (specie nella prima parte con McConaughey) ed è indubbio che tutto si illumini ogni qualvolta compaia Will Ferrell, vero fondatore di Funny Or Die e qui in una versione parodistica di sé come un mogul extra esigente, cocainomane ed onnipotente. Ma il resto è così scarso e povero, così derivativo e pretestuoso che davvero dà l’impressione di essere quello che è: la trasposizione di qualcosa di breve, deformata e allungata il più possibile perché possa dirsi film senza aver fatto la fatica necessaria ad esserlo davvero.