Better Call Saul 5x04 "Namaste": la recensione
Ad ogni episodio, Better Call Saul spinge l'asticella di ciò che è accettabile un po' più in là
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Ad ogni episodio, Better Call Saul spinge l'asticella di ciò che è accettabile un po' più in là. Il concetto di accettabile, inteso come ciò che può essere fatto, che può rientrare nei limiti, viene richiamato nell'episodio. Gus Fring ad un certo punto dice ad un suo dipendente che il suo lavoro certosino, raccontato con precisione maniacale, di pulitura dei fornelli, è "accettabile". In quella parola estrapolata dal contesto esiste tutto un sistema di adattamento alle circostanze, di rilettura degli eventi e della giustizia di questi. Secondo le situazioni, o i nostri piani personali, ciò che sarebbe da rifiutare diventa accettabile.
La regia indugia su questo imbarbarimento del personaggio. Dopo la cold open dell'episodio, la prima scena si apre con il profilo nudo del personaggio, che poi si trascina in bagno insieme a Kim per darsi una sistemata. Insomma, per apparire "accettabile", come se il suo aspetto fisico rispecchiasse la decadenza della sua morale. C'è risentimento e vendetta nell'episodio. Saul non è ancora libero dalle catene di Jimmy McGill. In fondo indossa pur sempre una maschera, ed è così che si sentirà offeso dall'offerta di Howard di entrare nello studio, e si vendicherà vandalizzando la sua macchina. Un gesto puerile, istintivo, senza filtri, ma Saul ormai è questo.