Better Call Saul 4x03 "Something Beautiful" (Qualcosa di straordinario): la recensione

La recensione del terzo episodio stagionale di Better Call Saul, intitolato Something Beautiful

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Spoiler Alert
"Let's do something beautiful here", dice Jimmy a Mike mentre gli propone uno scambio truffaldino che dovrebbe fruttare ad entrambi una discreta cifra. Jimmy vende un'occasione, un affare. Ed evidentemente nel fare ciò vende anche se stesso, prima figura a cadere nella trappola della manipolazione, finché è praticamente indistinguibile il confine tra realtà e finzione. Questo sarà chiaro nell'ultima, emblematica scena della puntata. Il terzo episodio stagionale di Better Call Saul è buono – praticamente impossibile che una puntata di questa serie non lo sia – anche se forse un gradino inferiore rispetto ai primi due. In ogni caso una bella puntata con alcune punte molto valide.

Ci sono quindi due grandi blocchi, non contrapposti, ma che avanzano all'unisono verso nuovi equilibri da trovare, e che a poco a poco la serie dimostra di voler afferrare. Ecco quindi Jimmy. Il colloquio con la Neff Copiers non è andato a buon fine, per volere del protagonista, ma ha dato al personaggio un'idea per una piccola rapina. L'obiettivo è quello di scambiare una statuina di Hummel di grande valore con una che non vale niente. Si ingaggia un uomo per fare il lavoro, le cose vanno storte, Jimmy interviene per evitare il disastro completo. È una parentesi chiusa, che basta a se stessa. Ci sono i silenzi classici, ma molto densi, tipici della serie (tutta la prima scena della puntata ne è un esempio chiaro), e c'è il grottesco che fa capolino nei momenti più tesi, come l'impiegato costretto a rimanere in ufficio perché non può tornare a casa.

Decisamente più serrato e senza respiro è il blocco di Nacho. Lavorare per Gus Fring non è semplice, e il personaggio sempre più boccheggia dovendosi destreggiare tra i due fuochi. Come detto, tutta la lunga scena iniziale nel deserto risente del tipico stile delle serie di Vince Gilligan, e nel momento in cui Nacho respira a fatica su un "tavolo medico" improvvisato ci accorgiamo che ci dispiace per la situazione in cui si trova il personaggio. Se la faida crescente tra i cartelli trova un momento di respiro, questo è dovuto all'apparizione a sorpresa di Gale. Il chimico con una passione per il Quartetto Cetra appare in una scena con Gus Fring. Lo vediamo intento a canticchiare una filastrocca sugli elementi (la cantava anche Sheldon in una puntata di The Big Bang Theory), e poi ad offrirsi come collaboratore. Per adesso l'offerta è respinta.

Classica chiusura sospesa, splendida, carica di significato, è quella che arriva al termine di una scena tra Jimmy e Kim. Semplicemente, al tavolo della colazione, Kim consegna a Jimmy la lettera lasciata da Chuck. Jimmy la legge come se fosse la lista della spesa, Kim si commuove. Su Jimmy in realtà non c'è molto da aggiungere, almeno rispetto alla reazione fredda e distaccata avuta al termine del primo episodio di questa stagione. È uno scudo, una maschera indossata così a lungo che ormai è indistinguibile dalla pelle. Allora meglio concentrarsi su Kim. Questo è un personaggio diverso da quello che era prima dell'incidente. Più sofferente, carico di un senso di colpa latente che in qualche modo sente di dover espiare. Jimmy aveva detto ad Howard che avrebbe dovuto portare la croce del senso di colpa da solo, ma in quell'affermazione è taciuto il fatto che anche Kim dovrà soffrire in silenzio.

Nella reazione alla lettura della lettera c'è molto. C'è il senso di colpa, c'è il dolore per una lettera alla quale – chissà – forse Chuck non credeva fino in fondo (ci sono tantissime sfumature), ma che comunque esiste, ma c'è anche il rammarico per la fredda reazione di Jimmy. Kim è sola a soffrire, e forse sente di doversi far carico del dolore che altri non riescono ad esprimere. Certo, c'è ancora forza e tenacia, e l'affetto per Jimmy se possibile è ancora maggiore, ma qualcosa si è spezzato. E non stiamo parlando del braccio.

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