Better Call Saul 4x02 "Breathe" (Respira): la recensione
Il secondo episodio di Better Call Saul inizia ad aumentare i giri del motore in vista dei nuovi eventi stagionali.
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Breathe è un episodio di scelte. Ci sono quelle più banali, ma sulle quali la scrittura torna ancora per sottolinearne il valore, come una semplice scelta su un film o su una cena, e quelle più importanti. Jimmy fa un primo giro di colloqui, e c'è tutto uno scambio in una situazione in realtà superflua ai fini dell'intreccio, ma che assume allora un valore simbolico. Jimmy si presenta per un colloquio alla Neff Copiers e, nel giro dell'azienda, osserva delle statuine Hummel che gli ricordano la signora Strauss. Si dimostra affabile come al solito, e viene liquidato con il classico "le faremo sapere". Qui avviene lo slittamento che dicevamo prima, quello che porta i protagonisti a rischiare oltre la soglia di sicurezza, pur di ottenere tutto e subito.
Il resto della puntata gravita più o meno intorno al letto d'ospedale sul quale si trova in coma Hector Salamanca. Rivediamo i due nipoti silenziosi dell'uomo, e si gioca sul fatto che il consiglio della dottoressa consiste nel parlare molto con l'uomo per stimolarne il risveglio. Nacho, molto timoroso sulla propria situazione, viene infine raggiunto da Gus Fring e praticamente assoldato da quest'ultimo. Breathe ha un modo molto particolare di inquadrare il personaggio di Fring. Più che mai ci appare come una sagoma nell'oscurità, implacabile e inarrestabile. C'è sempre il sottile piacere della scrittura nel giocare con le maschere e ciò che celano, ma Fring è proprio un monumento alla razionalità più fredda e calcolatrice.