Better Call Saul 3x09 "Fall": la recensione
Ancora un ottimo episodio per Better Call Saul: legami recisi, e personaggi che sprofondano sempre più
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Jimmy, sempre più Saul, ha la necessità di sbloccare l’affare della Sandpiper, portando ad una rapida risoluzione la class action per poter incassare quanto dovuto. Ci riesce in conclusione, ma a farne le spese sarà la povera vecchina Irene, per la quale sarà impossibile non provare una certa compassione a scapito di Jimmy. La scrittura gioca sul grottesco, sulla nostra consapevolezza e, nemmeno a dirlo, sui più piccoli dettagli (Jimmy reca un dono e addirittura esclude un biscotto perché imperfetto). Eppure tutta la sottotrama, che si conclude come atteso, ha un valore più intenso se commisurata al peso crescente dell'immoralità nei gesti di Jimmy. Tutto nella terza stagione tende a questo momento, con il rifiuto di quei piccoli paletti che ancoravano il protagonista ad una moralità, con un'escalation sempre più forte nelle prevaricazioni.
Si parla quindi di legami recisi (Jimmy non vuole più sentire il nome di Chuck) e di sicurezze che crollano, di vittorie che somigliano a sconfitte. Appunto Chuck, che nel momento in cui avrebbe anche per vie traverse ottenuto ciò che vuole, si vede allontanare dalla HHM e dai suoi soci di sempre perché ormai inaffidabile. Infine, come diceva Jimmy, è rimasto solo. Se il penultimo episodio stagionale ha il compito di lanciare il finale e costruire la tensione, Better Call Saul lo fa a modo proprio. Riesce a giocare in sottrazione quando necessario, sapendo che una vittoria (quella di Jimmy in questo caso) può valere come una sconfitta, e che momenti apparentemente più rilassati, come quello di Mike, sono anticipazioni di tempi oscuri a venire.