Better Call Saul 3×05 “Chicanery”: la recensione

Ancora un ottimo episodio per Better Call Saul, incentrato sul rapporto tra Jimmy e Chuck

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Spoiler Alert
Naturalmente Better Call Saul è sempre qualcosa in più rispetto al suo genere di appartenenza. Crime poliziesco, gangster story, legal thriller: un po' tutto questo e qualcosa in più. Lo è grazie alle sfumature che caratterizzano la psicologia di tutti i suoi personaggi, principali e secondari, grazie ai chiaroscuri nella narrazione che non offrono punti di riferimento precisi. Ed è così che, nel momento in cui la scrittura intrappola alcuni dei personaggi principali in una struttura narrativa che ha qualcosa del bottle episode, siamo con loro, soffochiamo con loro, ma soprattutto riusciamo ad alzare lo sguardo oltre ciò che accade, sapendo che c'è qualcosa di più che si agita sotto la superficie. Chuck e Jimmy si inseguono, si aiutano, si compatiscono, si vogliono bene, si odiano.

Chicanery ha un prologo che di per sé sarebbe fondamentalmente inutile, perché ci ripete cose che sappiamo già. Chuck è una persona estremamente orgogliosa, Jimmy vive nella sua ombra – letterale, nel momento in cui casa di Chuck piomba nel buio – e desidera assecondarlo come può. Così era, per certi versi così è ancora. Lo scambio iniziale non fa altro che tirare le fila di un discorso che verrà sviscerato nell'udienza che occupa l'intero episodio, oltre ad essere ripreso concretamente con il ritorno dell'ex moglie di Chuck.

La confessione ottenuta con l'inganno e la registrazione segreta sono il punto fermo delle accuse mosse contro Jimmy, reo di aver sabotato l'accordo di Mesa Verde per favorire Kim. Kim prima e Jimmy poi spostano abilmente il focus dalla confessione in sé, fondamentalmente inattaccabile, sulle motivazioni che l'hanno generata. Quindi la strategia consiste nel creare l'ombra del dubbio sulla genuinità delle parole di Jimmy, che forse in quel momento voleva solo consolare il fratello malato. Jimmy si gioca bene le sue carte e, in un modo in realtà abbastanza prevedibile per noi, che già conosciamo la natura psicologia del malessere di Chuck, porta a casa una vittoria velata di sconfitta.

La sconfitta in questo caso è tutta sul piano umano. Perché, per quanto entrambi si siano preparati in anticipo affilando le armi e ripetendo discorsi a memoria, è vero che Jimmy e Chuck si vogliono bene. Jimmy vuole uscire dall'ombra del fratello e lo detesta per i ripetuti sabotaggi, ma si è preso cura di lui per molto tempo. Chuck d'altra parte è indifendibile, e la scrittura non fa nulla per creare empatia con lui, ma va detto che non ha tutti i torti nel giudicare l'operato di Jimmy, personaggio che già in passato ha dimostrato di tendere all'autodistruzione. A questo discorso andrebbe aggiunta una precisazione però: Jimmy ha un'indole pericolosa, ma è proprio l'ostinazione di Chuck nell'affermare questo che ha spinto il fratello nella direzione sbagliata.

Jimmy è il fratello minore che, completamente disilluso dopo aver perso il suo punto di riferimento, non trova di meglio da fare che assecondare quelle accuse, diventando proprio ciò che gli altri si aspettavano che fosse. Nulla di tutto questo è lineare o semplice, ma non deve esserlo. Anzi è proprio questa la forza della scrittura di Gilligan.

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