Better Call Saul 3×04 “Sabrosito”: la recensione

Ottimo episodio per Better Call Saul, che riserva ampio spazio al personaggio di Gus Fring

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Spoiler Alert
Se Better Call Saul ha, tra gli altri scopi, anche quello di costruire una mitologia per l'universo di Vince Gilligan, allora Sabrosito è un ottimo episodio tra gli altri. Anzi è il migliore tra quelli che abbiamo visto finora nella quarta stagione dello show. Funziona perché, come sempre accaduto qui, interpreta la funzione dello spin-off con maturità e profonda comprensione del momento. Funziona perché non elargisce soddisfazione di basso livello, destinata a cadere vicino come un sasso lanciato in uno stagno. Funziona, semplicemente, perché costruisce per livelli ponendo sempre e comunque la coerenza del personaggio prima di tutto.

Gus Fring, come Jimmy, come Kim, come Chuck, non esiste come figura strumentale alla narrazione, non è un simbolo che rappresenta una determinata svolta positiva o negativa. Come tutti gli altri personaggi, esiste come riflesso cangiante di una figura che ha una sua personalità e un suo vissuto personale, e che adatta se stesso alle varie circostanze. Questo, banalmente, distingue un personaggio ben scritto da un altro. Abbiamo visto Gus interagire con Jimmy, e porre un certo filtro tra loro due, e poi Gus interagire con Mike, e alzare un po' il livello. Oggi lo vediamo confrontarsi con i suoi dipendenti come il migliore dei datori di lavoro, e quindi sostenere un duro confronto con Hector.

Gus è tutto questo, ma è anche molto di più, come sappiamo. Sabrosito vive in uno spazio tutto suo, e lo fa anche grazie ad una prima metà di episodio in cui non esiste nient'altro al di fuori del cartello. Sabrosito si posiziona idealmente tra Hermanos e Salud, gli episodi di Breaking Bad che hanno raccontato i contrasti con Eladio e l'inizio dell'odio con Hector Salamanca. Ed è a quell'odio, covato, nutrito, soffocato come solo un personaggio sfuggente come Gus Fring sa fare, che il personaggio torna ad un certo punto nel confrontarsi con Mike, al quale rivela il motivo per cui lo ha bloccato tanto tempo prima. Un proiettile non è abbastanza, e chissà se, con tutto quello che sappiamo dalla visione di Breaking Bad, non possiamo giudicare questa scelta come un errore, un peccato di superbia.

Il punto è che è inutile porsi semplici domande, per quanto proprio su questi piccoli momenti decisivi si gioca l'intero svolgimento delle storie presenti e future. Uomini che osano, chiedono di più, anche quelli appartemente più intoccabili e intoccati. A questo proposito, il resto dell'episodio scivola sottilmente verso il confronto finale tra Jimmy e Chuck. E ancora una volta il non detto è più importante delle parole. Delle scuse pronunciate che potrebbero rappresentare parole che invece Jimmy vorrebbe sentirsi dire, quei due dollari circa in più da aggiungere al conto, giusto per non lasciare nulla in sospeso. Tra le foto scattate da Mike e la conferma dell'esistenza del nastro originale, ce n'è abbastanza per gridare un "bingo!"

Comunque Better Call Saul realizza un episodio più solido e piacevole di quelli precedenti. Dopo una certa preparazione, soprattutto sul versante di Mike e Gus, negli episodi precedenti, arriva la sensazione che la terza stagione abbia definitivamente preso il volo.

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