Better Call Saul 2x02 "Cobbler": la recensione
Better Call Saul si supera nel secondo episodio della nuova stagione, chiudendo con una sequenza esilarante
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Ci crede Saul Goodman, e tanto basta. E lo chiamiamo con il suo più noto pseudonimo perché nell'avvocato che alla fine di Cobbler riesce a rifilare a due investigatori un racconto di strane perversioni dolciarie per scagionare Pryce da ogni sospetto c'è tutta l'ombra di ciò che diventerà in futuro. Un personaggio che, al di là della morale più o meno integra, manipola la realtà a proprio piacimento, intrecciando i fili degli eventi con quelli della menzogna finché viene fuori una matassa in cui è impossibile riconoscere ciò che è vero da ciò che è falso. Come si dice, per raccontare una buona bugia bisogna riempirla di particolari. Se era facile alla fine della scorsa puntata prevedere una rapida entrata in scena di Jimmy per aiutare Pryce, e indirettamente anche Mike, certo la scrittura riesce a costruirci sopra qualcosa che è valido sia nell'immediato (risate a parte, il piano funziona) e per il futuro, raccontandoci qualcosa di più su Jimmy.
In conclusione, l'ennesima conferma di Jimmy. Che ci fa ridere, che ne esce da vincente, che tuttavia proietta di fronte a sé – e la cupa transizione verso i titoli di coda nel dialogo finale con Kim ce lo ricorda – l'ombra di ciò che diventerà. Di ciò che già è in fondo e che soprattutto vuole essere. "SG was here" può allora già essere riletta come tagline della stagione, l'epitaffio su una vita di cui già conosciamo gli esiti disastrosi, e che proprio per questo, anche dietro le risate, ci lascerà sempre con un'amarezza di fondo. Inutile dire che Better Call Saul continua a confermarsi come una serie di grandissimo valore.