Opportunità. Questo semplice termine diventa, per dirla con
Jimmy McGill, la pietra sulla quale
Vince Gilligan ha costruito la sua chiesa.
Breaking Bad e
Better Call Saul come parabole di ascesa e caduta che si svolgono in un universo di persone che semplicemente hanno risposto di sì quando una certa opportunità si è presentata di fronte a loro. E le considerazioni morali lasciamole da parte per favore, perché qui non si tratta di una banale contrapposizione tra bene o male, tra ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Si tratta di riequilibrare, con un certo egoismo e, appunto, opportunismo, quell'universo che ognuno di noi in qualche modo sente come avverso ai nostri desideri, a ciò che meritiamo di avere. Il quarto episodio di
Better Call Saul,
Hero, racconta la storia di come Saul iniziò a costruirsi da solo la propria opportunità. È la puntata minore tra quelle andate in onda, ma quante soddisfazioni!
Come nella doppia première e nell'episodio precedente, il tutto si apre con un prologo che ci mostra l'ennesima faccia del protagonista. Sentiamo per la prima volta l'utilizzo del nome fittizio con il quale è meglio conosciuto, e abbiamo la chiave di lettura dell'intero episodio che andremo a vedere. Risultato è una maggiore chiarezza sugli eventi, su ciò di cui il nostro protagonista è capace, ma anche una facile anticipazione di quello che è l'evento culminante della puntata. Si parla di truffe e, se nel primo caso il gioco della scrittura non è facile da anticipare (nella scena ritroviamo il solito malsano equilibrio tra dramma e comicità, con un risultato davvero grottesco e riuscito), al momento decisivo avremo una pulce nell'orecchio che ci permetterà di capire meglio cosa sta succedendo.
Il tutto si apre sulla scia della sospesa conclusione della scorsa settimana, con
Saul che sorprende i
Kettleman in "campeggio", e di fatto li obbliga a tornare in città. Il punto centrale della situazione è l'offerta che la signora fa all'avvocato, una tangente che l'uomo inizialmente si rifiuta di prendere, ma che poi, di fronte alla considerazione, buttata lì, quasi fosse un'ovvietà, che lui è quel tipo di persona che difende i colpevoli, accetterà. Saul è questo, sa di esserlo, forse se ne vergogna a tal punto da nascondere al fratello la pagina del giornale in cui si documenta, pochi giorni dopo, il suo eroico salvataggio (da cui il titolo ironico della puntata) di un operaio rimasto appeso nel vuoto. È la seconda truffa che si diceva sopra, ma l'importante non è il ribaltone di scrittura in sé, quanto ciò che ci dice su un personaggio forse più onesto con se stesso di quanto lo era
Walter.
Viene in mente la conclusione di quel bellissimo episodio di Lost che era The Long Con. Charlie chiedeva a Sawyer come fosse possibile organizzare un imbroglio di quel tipo, facendo soffrire così tante persone, e lui semplicemente gli rispondeva di non essere una brava persona. Nel profondo ognuno di noi conosce i propri difetti e i propri limiti, la differenza sta nell'esprimerli e riconoscerli apertamente. Walter ci metteva cinque stagioni intere, Saul sembra invece dare qualche segnale fin da subito, anche se ovviamente tutto è sottoposto all'interpretazione di quella scena con il fratello in questo modo (Jimmy forse cercava semplicemente di evitare domande scomode da Chuck).
L'episodio in sé rimane il minore tra i quattro. La scena con i Kettleman funziona, ma lascia il posto ad una lunga parentesi centrale poco incisiva e memorabile, anche se necessaria per introdurre il finale. L'idea della truffa è buona, ma il fatto di intuirne i retroscena, e quindi di vederne l'artificiosità, limita un po' il tutto (l'incontro casuale con
Tuco aveva avuto ben altro impatto). In poche parole, le assurdità e il senso del grottesco colpiscono di più quando le decide il "dio della scrittura" Gilligan, un po' meno quando viene aggiunto un livello per il quale sono i protagonisti a decidere tutto. Come per il futuro Walter/Heisenberg, anche in questo caso, a partire dall'abbigliamento, si inizia a costruire la metamorfosi del personaggio e la sua nuova identità. Vedremo dove ci porterà.