Better Call Saul 1x03 "Nacho": la recensione
Terzo episodio per Better Call Saul: è già una serie matura ed equilibrata
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Il terzo episodio di una serie, si ripete a volte, è fondamentale. Il primo per far partire il tutto, il secondo per ambientarsi, e dal terzo si inizia a fare sul serio e si può fare un bilancio dell'operazione. Non era così anche per Breaking Bad? Dopo due episodi di presentazione era con "... and the Bag's in the River" che si iniziava a colpire forte, con quei cocci di un piatto recuperati dalla spazzatura e ricomposti da Walter con espressione sofferente e crescente consapevolezza. Tutta questa premessa per dire che "Nacho" è il degno coronamento di una già ottima doppia première. Al terzo episodio, pur tenendo conto delle particolari premesse storiche della serie, Better Call Saul è già un prodotto incredibilmente maturo, equilibrato e sicuro di sé, ed è un piacere seguirlo.
Ci sono tanti pregi in questa serie, ma ognuno di questi può essere riassunto in una parola: equilibrio. Better Call Saul è una serie incredibilmente equilibrata. Che non vuol dire piatta, ma capace di gestire i diversi toni della narrazione con attenzione, e riportare tutti i momenti ad una visione coerente. Ci sono almeno due scene splendide in questo episodio, e in entrambe Saul è bloccato ad un telefono pubblico a cercare un destinatario che per un motivo o per un altro non riesce a raggiungere.
La costruzione, o ricostruzione, dei personaggi è perfetta, il ritmo è martellante, la regia e il cast fanno il resto. E, dulcis in fundo, Breaking Bad non è lì sullo sfondo a guardare e giudicare ciò che si sta realizzando. Lo era sicuramente all'inizio, ma già al terzo episodio questo progetto ha dimostrato di possedere un'identità così definita e forte da rigettare qualunque paragone e lavorare solo per se stesso.