Better Call Saul 6x12, Irrigatori: la recensione
La recensione del penultimo episodio della serie di Better Call Saul, intitolata Irrigatori e disponibile su Netflix
La recensione dell'episodio 12 della stagione 6 di Better Call Saul, intitolato Irrigatori, disponibile su Netflix.
Tu puoi chiudere con il passato…
Kim Wexler si è rifatta una vita. Lontana da Saul Goodman, dai suoi schemi criminali e dai traumi che non potrà mai dimenticare. Si è trasferita in Florida, i suoi capelli non sono più biondi, ma castani. Vive una vita fin troppo banale e monotona con il suo nuovo compagno fatta di pranzi in giardino con gli amici e serate davanti alla TV. Lavora per la Palm Coast Sprinkler, un'azienda specializzata nella vendita di irrigatori. Passa le sue giornate in ufficio a creare brochure pubblicitarie e a parlare del più e del meno con le colleghe. Un'apparente tranquillità che sembra quasi una punizione auto inflitta e che cela la sua frustrazione per una promettente carriera andata a rotoli e forti sensi di colpa.
…ma il passato non chiude con te.
Basta una telefonata a stravolgere tutto (quella a cui abbiamo assistito nell'ultima puntata, della quale non avevamo sentito il contenuto). Saul/Gene Takavic telefona a Kim nel suo ufficio. La donna è sconvolta, i due non hanno contatti da sei anni. Saul cerca di essere affabile, ma Kim gli risponde freddamente che dovrebbe costituirsi, prima di chiudere la comunicazione confessando all'uomo di essere felice che sia ancora vivo. A seguito della telefonata di Saul, Kim si reca ad Albuquerque, prima al tribunale, dove deve affrontare gli echi di un passato ormai lontano, poi a casa di Cheryl, la vedova di Howard Hamlin. L'ex avvocato mostra alla donna la confessione scritta nella quale racconta la verità su tutto quello che lei e Saul hanno fatto e sulla morte di Howard. Il tentativo di alleggerirsi la coscienza di Kim non sembra però sufficiente, visto che sulla strada del ritorno, a bordo di un autobus, la donna scoppia in un pianto incontrollabile.
Game over
Era ormai palese che il ritrovato interesse per il crimine di Saul lo avrebbe portato alla rovina. Lo ritroviamo dove lo avevamo lasciato alla fine della scorsa settimana, all'interno della casa dell'ultima vittima del suo schema per rubare informazioni economiche ai facoltosi clienti di un bar. Saul trova l'uomo svenuto a terra a causa della droga da lui stesso versata nel suo drink. Si mette a cercare le informazioni alle quali è interessato nello studio della grande casa. Quando tutto sembra andare per il meglio, l'uomo si risveglia. Saul arriva a un passo dal colpirlo alla testa, ma non ce n'è bisogno: la droga torna a fare il suo effetto e l'uomo stramazza di nuovo a terra. Il lavoro viene portato a termine ma, all'esterno della casa, Jeff, seduto nel suo taxi, va nel panico quando un'auto della polizia si ferma a pochi metri da lui. I due agenti al suo interno stanno solamente facendo una sosta per mangiare, ma il tassista decide di scappare, perdendo il controllo del taxi e colpendo un'auto parcheggiata. Saul assiste alla scena e fugge, mentre Jeff viene arrestato. Ma è la mattina dopo che l'uomo compie l'errore che gli rovinerà la vita: dopo aver rassicurato Jeff in prigione, Saul chiama Marion, la madre di Jeff, per metterla al corrente della situazione. Quando, in un momento di distrazione, l'uomo le garantisce che le cauzioni a Omaha sono molto più facili da gestire che ad Albuquerque, la donna, insospettita, fa una ricerca su internet. Arrivato a casa sua, Saul la trova intenta a guardare un vecchio spot televisivo della Better Call Saul (che ci appare, a colori, nel riflesso sugli occhiali dell'ex avvocato). La donna ha capito che la persona che ha davanti è un criminale e va denunciata alle autorità. Sembra che Saul stia per ucciderla, ma alla fine scappa prima di essere raggiunto dalle autorità.
Prima
In una scena divisa in due parti (una mostrata in apertura di episodio, l'altra poco prima della sua conclusione) ambientata nel 2004, prima degli eventi di Breaking Bad, vediamo Kim recarsi all'ufficio di Saul Goodman per firmare i documenti del loro divorzio. L'avvocato rimanda l'ingresso della ex moglie nel suo ufficio il più possibile, giocando a lanciare una pallina contro il muro fino a quando una delle colonne che lo adornano crolla sulla sua scrivania. A documenti firmati, la donna esce dalla struttura. Una pioggia torrenziale sta cadendo sulla città. Kim sta fumando una sigaretta quando un uomo le si avvicina. È Jesse Pinkman, che l'ha riconosciuta come l'avvocato che, anni prima, aveva difeso un suo amico. Jesse ha accompagnato un altro amico da Saul per consulenza legale e chiede a Kim se l'uomo è bravo in quello che fa. La donna gli risponde che, quando lo conosceva, era molto bravo a fare il suo lavoro.
Ultimo giro
La puntata che precede il gran finale di Better Call Saul è una delle più intense che la serie ci abbia regalato, ricca di immagini emblematiche del percorso dei personaggi che si sta chiudendo (da una parte, la colonna che crolla nell'ufficio di Saul, nefasto presagio di un futuro tutt'altro che roseo, dall'altra la violenta pioggia purificatrice che sembra anticipare il lavaggio della coscienza di Kim). È anche la puntata nella quale la serie prequel e Breaking Bad entrano a contatto nel modo più stretto grazie all'incontro tra Jesse e Kim. Se da un lato il percorso di Kim sembra essersi concluso (ma un suo coinvolgimento nella conclusione delle disavventure di Saul non è certo da escludere), dall'alta troviamo l'avvocato criminale punito nuovamente per la sua superbia e la sua voglia di osare. La prossima settimana scopriremo quale sarà il destino di Saul Goodman. E scopriremo se quella punta di umanità mostrata davanti all'anziana Marion lo porterà a fare la cosa giusta prima che sia troppo tardi.
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