Best. Christmas. Ever!, la recensione

Ci è voluto un po' ma con Best. Christmas. Ever! Netflix depone le armi e si conforma al ciarpame dei film di Natale a bassissimo costo

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Best. Christmas. Ever!, la commedia natalizia con cui Netflix dà il via alla stagione

Anche Netflix ha abbandonato qualsiasi pretesa di decenza e ha rinunciato a spendere denaro per film decenti nella stagione natalizia, quando interi canali concorrenti (non presenti in Italia ma i cui film in un modo o nell’altro arrivano anche da noi), sfornano a getto continuo commedie di Natale in cui il membro più impegnato (e probabilmente pagato) della troupe è lo scenografo. Pieno di vischio, addobbi, lucine e neve finta fin sopra i capelli. La piattaforma aveva iniziato con produzioni animate di buona fattura, addirittura con un film che poi ebbe anche un sequel che aveva proposto uno dei migliori Babbo Natale di sempre. E ora invece è pronta a replicare il perfetto schema low cost di Natale: trama generica + star da diversi anni in disarmo + spirito di Natale così onnipresente da essere assente + valori produttivi minuscoli.

Best. Christmas. Ever! in coraggioso sprezzo dell’affermazione che fa nel titolo è a oggi il peggior film di Natale mai prodotto da Netflix. Eppure se in assoluto è un film terribile (quasi allucinante), nel novero delle schifezze natalizie non è nemmeno il fondo del barile. Questo significa che non vince nemmeno la corsa per il film “così-brutto-da-essere-bello” di quest’anno. Almeno si spera. Certo la trama era perfetta: Heather Graham sposata con Jason Biggs (i complimenti a chi se li è fatti venire in mente), riceve ogni anno gli auguri di Natale dalla loro vecchia amica comune, Brandy Norwood, in cui lei aggiorna tutti su una vita così perfetta, opulenta e riuscita da essere palesemente una menzogna. Determinata a smentire tutta questa falsità la protagonista fa una deviazione nel suo viaggio di Natale per andarla a trovare a sorpresa e scopre che invece è tutto vero. O quasi. Lo spunto c’era pure ma il film si ferma qui.

Si rimane stupiti alla fine di Best. Christmas. Ever! nel guardare l’orologio e scoprire di essere stati sequestrati per soli 80 minuti e non per i 180 che erano sembrati. Best. Christmas. Ever! riesce a far pesare ogni snodo narrativo e imbastisce così pochi archi o linee narrative che non c’è niente che mandi avanti il film, il quale avanza quindi strusciando per terra per tutto il tempo, di scenetta in scenetta. Solo una specie di finale d’azione cercherà almeno di alimentare una pseudo-tensione (su un pallone aerostatico ecologico non funzionante, una cosa che nemmeno sotto acidi) che consente al film di prendere quel minimo di abbrivio che lo conduce alla fine. E dire che alla regia c’è la regista di Cimitero vivente e lo sceneggiatore di Alfie (quello moderno) e Il padre della sposa (quello moderno), film più che riusciti! Ma la potenza attrattiva del nulla natalizio è in questo caso più forte di tutto.

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