Berlino 2013: The Grandmaster, la recensione

La Berlinale 2013 si apre con The Grandmaster, l’epico film di Wong Kar-wai sulla vita di Yip Man, già campione di incassi in Cina...

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Con The Grandmaster Wong Kar-wai sembra sia tornato ad appassionarsi al wuxia, e così dopo il rimontaggio di Ashes of Time (film del 1994 ripresentato a Cannes 2008 con un director’s cut abbastanza diverso dall’originale) eccolo cimentarsi con uno dei personaggi più famosi della storia del kung fu, quell’Yip Man che ha fatto la storia del Wing Chun (tra i suoi allievi vi fu anche Bruce Lee).

Kar-wai logicamente lo fa alla sua maniera, e così, nonostante un buon quantitativo di scene d’azione, ecco anche tanti dialoghi e silenzi, amori e relazioni fatti di sguardi e parole non dette e tutto ciò che è tipico della sua filmografia più conosciuta e celebrata.

Solo negli ultimi cinque anni sono state realizzate quattro pellicole in Cina dedicate alla figura di Yip Man. Da Wong Kar-wai logicamente ci si aspettava il film definitivo, nulla di scontato e di già visto, e infatti il regista di Happy Together utilizza la storia di Yip Man per raccontare l’intero mondo del kung-fu del ventesimo secolo, quello che vide l’arte marziale e i suoi valori sempre più ai margini della società.

Spostando avanti e indietro tempi, luoghi e personaggi della storia, Kar-wai finisce però purtroppo con il creare una grande confusione che rende difficile seguire la trama: non si capisce bene chi, quando e cosa succede, le ellissi si aprono e, se si chiudono, lo fanno dopo un lasso di tempo troppo lontano per avere ancora senso. Una struttura del genere potrebbe essere giustificata se il risultato finale riuscisse comunque a essere percepito come l'affresco poetico e ispirato di un’epoca, ma così non è. Il continuo alternarsi tra scene d’azione e melodramma non trova alcun equilibrio, non è chiaro dove si voglia andare a parare né ci si appassiona alla vita del suo protagonista.

Forse il pubblico adatto per The Grandmaster è un pubblico preparato che già conosce i dettagli biografici di Yip Man, così come la guerra sino-giapponese, ma il film da solo ha difficoltà a restare in piedi nonostante la magnificenza dei costumi e le intense interpretazioni di Tony Leung e Zhang Ziyi. Peccato.

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