[Berlinale 2017] I Am Not Your Negro, la recensione
Documentario di parola, I Am Not Your Negro presenta James Baldwin attraverso il suo pensiero com una montagna ferma durante una tempesta
Certo c’è un modo di incastrare le immagini, metterle in relazione di concordanza o antitesi con quel che viene detto e anche un “montaggio delle frasi” che è magistrale, tuttavia l’impressione è che la forza stavolta stia nel sapore porre l’enfasi corretta nei momenti corretti.
Baldwin ricorda la sua storia personale, ricorda Malcolm X, Martin Luther King e Medgar Evers con una lucidità impressionante, con quella stessa esatta capacità di sintesi con cui il cinema manipola audio, video, montaggio e tutto ciò di cui è fatto.
“La verità è che questo è un paese che non sa cosa farsene dei negri” è una delle molte conclusioni a cui Baldwin arrivava a metà anni ‘60, all’apice degli scontri e delle rivendicazioni afroamericane. Là dove qualcuno predicava azione e violenza, altri pace e tolleranza, Baldwin parlava in televisione, parlava nelle università, scriveva e promuoveva un pensiero che ancora oggi stupisce per rigore, semplicità e decisione.