[Berlinale 2017] On Body and Soul, la recensione
C'è un limite anche alla quantità di tenerezza con cui un film guarda i propri personaggi e On Body And Soul lo supera ampiamente
E alieni sono davvero i protagonisti: Maria, addetta al controllo qualità in un macello, maniaca della precisione, diffidente del contatto umano, incapace apparentemente di provare emozioni e desideri come gli altri, ma tanto delicata; Endre, uno dei capi lì dentro, storpio ad un braccio, solitario nella vita, un po’ timido ed impacciato ma così desideroso di incontrare qualcuno che riconosca simile a sé da cercare in ogni modo di sfondare il muro di Maria. A colmare il fossato che rende impossibile per i due comunicare è la scoperta che quasi ogni sera sognano lo stesso sogno, in cui apparentemente sono due cervi che si incontrano ai margini di un lago innevato. Quest’idea che già era uno dei momenti più stordenti di Si Alza il Vento, è qui usata come ulteriore conferma di quel che già tutti in sala sospettano: i due sono fatti per stare insieme.
L’incapacità del film di prendere anche solo un po’ le distanze da quel che racconta, di adottare uno sguardo un po’ più duro affloscia tutto il racconto all’insegna di un sorrisetto amorevole.