Bellissime, la recensione | Roma 2019
A partire da tre figlie e una madre Bellissime punta il riflettore su una storia che ribalta ogni convinzione sullo sguardo maschile
BELLISSIME - LA RECENSIONE DALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA
Le protagoniste di Bellissime sono tre sorelle ma è la loro madre la persona di cui Elisa Amoruso è innamorata. Tutto parte dal fatto che una delle 3, la più grande, è stata la più famosa e ricercata modella bambina diversi anni fa. Ora però è passato più di un decennio e lei, come le altre due, cercano di costruirsi una carriera nella moda, nello spettacolo o in qualsiasi ambito preveda l’uso della propria immagine.
Elisa Amoruso sta con loro per quello che sembra un lasso di tempo breve, le riprende discutere tra di loro, discutere con la madre e affrontare casting, esami e provini.
Alcuni momenti sono messi in scena, altri suonano più spontanei, su tutto però emerge un’idea di vita e di femminilità a metà tra i media e il corpo che sembra ribaltare tutto ciò che crediamo e solitamente ci diciamo. In questo senso Bellissime racconta la stessa storia di Unposted, sembra un altro capitolo di una serie documentaria che comprende anche quel film su (e di) Chiara Ferragni. I due hanno in comune l’uso cruciale del materiale di repertorio (i filmini di famiglia qui sono anche più rivelatori e ben usati che lì) e lo studio di una o più personalità che fondi la propria vita professionale e il proprio futuro sul rapporto che riesce ad intrattenere con un obiettivo.
Ciò che consideriamo superficiale o (ancora peggio) un retaggio dello sguardo maschile che incastra, ingabbia e costringe le donne in posizioni subalterne, qui anche più che in Unposted è uno strumento di liberazione: “Io non faccio quello che mi dice vostro padre, vivo la vita che pare a me” è il mantra che ripete. E così anche le figlie (forse un filo meno libere visto che tutte sembrano seguire i dettami di una madre ingombrante) mostrano di voler dominare lo sguardo sul proprio corpo. Bellissime è la storia di come una donna abbia superato lo sguardo maschile cavalcandolo e insegni alle figlie proprio questo. Tuttavia non tutto suona così fantastico e mentre le parole lo affermano le immagini delle modelle bambine o della continua insistenza sul culto della propria immagine dicono il contrario.
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