Belgravia: la recensione
La miniserie Belgravia, tratta dal romanzo di Fellowes e creata dallo stesso team di Downton Abbey è un piacevole ed innocente guilty pleasure
La mano del team di Downton Abbey è più che evidente in Belgravia, miniserie basata sull'omonimo romanzo di Julian Fellowes, che racconta la storia di come un segreto di famiglia seppellito assieme al giovane Lord Edmund Bellasis (Jeremy Neumark Jones), appartenente alla nobiltà e morto nella battaglia di Waterloo, abbia avuto inaspettate ripercussioni negli anni a venire.
L'antefatto della storia ha inizio a Bruxelles, durante un sontuoso ballo organizzato dalla Duchessa di Richmond, con Napoleone ormai alle porte della città e gli inglesi pronti a sconfiggere il loro più acerrimo nemico. Il fatto che, con la guerra dietro l'angolo, la società trovasse il tempo per distrazioni così frivole descrive perfettamente lo spirito della società di quel tempo, imperturbabile ad ogni minaccia e decisa a mantenere il proprio status quo anche di fronte a rischi di ogni genere ed autentici pericoli.
Come Downton Abbey, design, costumi, trucco e acconciature di Belgravia - un esclusivo quartiere di Londra costruito proprio dai Trenchand per l'aristocrazia cittadina - sono maniacalmente curati, ma per chi non sia abituato al genere la storia potrebbe apparire a tratti tediosa e probabilmente prevedibile, pur essendo caratterizzata da quelli che possono essere considerati innumerevoli colpi di scena.
Alla base della narrazione due famiglie: i Trenchand ed i Brockenhurst, i cui destini finiranno per incrociarsi proprio grazie al sentimento provato da quei giovani tanti anni prima.
Protagonisti della serie, oltre ai diversi esponenti della famiglia di umili origini, entrata a far parte dell'alta società grazie ai loro mezzi, e della nobile casata con i suoi vizi e virtù, sono anche diversi membri della servitù che, proprio come in Downton Abbey, giocheranno un ruolo importante nella narrazione, ma tenderanno anche ad avere molto meno spessore umano per come saranno soprattutto descritti come manipolatori pronti ad approfittare della posizione dei loro datori di lavoro, al fine di sfruttarne i segreti a proprio vantaggio.
Allo stesso modo, anche i protagonisti principali della storia tenderanno a rimanere imprigionati nel loro ruolo, anche a causa del fatto che la serie si svolge nell'arco di soli 6 episodi, che non concedono quindi troppe possibilità di evoluzione interiore. Imprigionati dalle circostanze dettate dalla narrazione, come lo erano al tempo gli esponenti stessi di una società caratterizzata dalle sue stesse divisioni, che si trovava a dover combattere con il mostro del cambiamento, i protagonisti di Belgravia saranno per la maggior parte cristallizzati nelle loro posizioni, con i buoni che resteranno buoni ed i cattivi che rimarranno tali.
Co-prodotta da ITV ed Epix, la miniserie Belgravia - accompagnata da una colonna sonora che non potrà non ricordarvi quella di Downton Abbey - fa un tentativo non del tutto riuscito, ma nemmeno completamente fallito di portare sullo schermo la rappresentazione di una complessa epoca di trasformazione con tutta la leggerezza di un dramma in costume e se pure non farà necessariamente innamorare, come indubbiamente hanno fatto i protagonisti di altre serie simili, che hanno largamente dimostrato di poter avere ampio successo tra il pubblico, sicuramente avrà il merito di intrattenervi.
Belgravia ha debuttato nel Regno Unito a marzo del 2020 e negli Stati Uniti ad aprile dello stesso anno su Epix, in Italia è disponibile su Sky Serie e in streaming su NOW dal 6 ottobre 2021.