Before We Vanish, la recensione

La nostra recensione di Before We Vanish, film diretto da Kiyoshi Kurosawa presentato al Trieste + Science Fiction Festival

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Il film è stato presentato al Trieste Science + Fiction Film Festival 2017

Kiyoshi Kurosawa si mette per la prima volta alla prova con l'adattamento di un'opera teatrale in occasione di Before We Vanish, ispirato all'opera di Tomohito Maekawa di cui mantiene l'atmosfera e lo spirito un po' ironico, pur spostando gli eventi in Giappone e rimaneggiando alcune parti della storia per renderla più aderente alla società contemporanea. Il testo originale, infatti, dava spazio alle ansie e ai dubbi diffusi in varie nazioni durante la Guerra Fredda e gli anni Cinquanta, tra la paura di una guerra imminente e di un'invasione del proprio territorio, non per forza in modo evidente e militare ma piuttosto sfruttando spie e agenti impegnati a raccogliere informazioni sotto copertura.

Il film si apre con un brutale omicidio compiuto da una teenager senza un apparente motivo, per poi spostarsi sulla strana situazione che deve affrontare Narumi (Masami Nagasawa): suo marito Shinji (Ryuhei Matsuda) è stato ritrovato in stato confusionale e con problemi di memoria. La donna deve quindi iniziare a occuparsi di lui e nota i suoi comportamenti strani come l'abitudine di iniziare discussioni filosofiche con le persone che incontra vagando per le strade o la richiesta di continue spiegazioni relativa a idee e concetti che spesso si danno invece per scontati all'interno della società. La coppia, che non stava vivendo un periodo positivo del proprio matrimonio, inizia però a riavvicinarsi, facendo riemergere dei sentimenti molto forti. Un giornalista inizierà scoprirà cosa lega il caso della ragazzina killer al "virus" che sta colpendo molte persone in città, sorprendendosi nel capire che la causa potrebbe provenire da molto lontano ed essere legata al tentativo di capire i segreti dell'umanità con intenti non pacifici.

L'idea che gli alieni arrivino nel mondo per capire come "funzionano" gli esseri umani, attraverso l'estrazione dei concetti più importanti alla base dei comportamenti e delle decisioni, è un approccio molto originale all'ormai tradizionale storia dell'invasione del nostro pianeta da parte degli extraterrestri. Kurosawa sviluppa così con particolare attenzione le varie interazioni con gli umani, a discapito però della scorrevolezza della narrazione che viene ostacolata da numerosi passaggi ripetuti, elemento che rende complicato costruire la tensione fino alla svolta che avviene posizionata poco prima del finale, più orientata verso l'azione. I lunghi dialoghi fanno compiere pochi passi in avanti alla storia e solo in alcuni casi, come i tentativi di comprendere sentimenti come l'amore o "rubare" l'idea di lavoro, si esplora realmente il significato dell'importanza di questi aspetti nella vita di tutti i giorni, permettendo di mostrare le conseguenze della loro assenza nella nostra mente, a volte anche sfruttando un senso dell'umorismo che rimane invece prevalentemente sotto la superficie. La sceneggiatura non è però priva di passaggi pochi chiari, in particolare dopo il coinvolgimento del giornalista nel mistero, e il poco equilibrio dato alle fasi di esplorazione e raccolta informazioni rispetto all'epilogo rendono Before We Vanish un progetto riuscito a metà: l'idea che imparare ad amare possa diventare la chiave per comprendere realmente l'umanità è infatti ben sviluppata e portata sullo schermo con grande attenzione, mentre l'altra prospettiva sugli eventi, quella dello sguardo di chi si ritrova alle prese con un pericolo sconosciuto, è solo abbozzata e delineata a grandi linee. Gli interpreti offrono delle buone performance e rendono credibile il senso di spaesamento e confusione che vivono i "visitatori" sulla Terra, tuttavia Kurosawa firma un film in cui molti spunti non vengono elaborati a dovere, lasciando agli spettatori il compito di andare oltre i confini quasi netti che mettono in contrapposizione la rappresentazione dei due gruppi di personaggi. Il lungometraggio, suscitando comunque un certo fascino e interesse, soddisfa in modo discontinuo e viene risollevato da un finale significativo ed emozionante.

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