A Beautiful Life, la recensione

Dalla Danimarca arriva A Beautiful Life, anche se bisogna scavare tra il make-up Netflix per trovare qualcosa di danese

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di A Beautiful Life, il film in uscita il 1 giugno su Netflix

Paese che vai amore contrastato che trovi. Nel mondo fatato di Netflix in cui ogni nazione può produrre film dal medesimo look e dal medesimo svolgimento, come in un non-luogo di produzione entrati nel quale lo stile si uniforma e la pasta cinematografica si adegua al contenitore, una commedia sentimentale sulla musica danese ha l’impatto di un qualsiasi film americano. Anche in un film come A Beautiful Life le differenze bisogna cercarle con il lanternino, gli specifici culturali pure, mentre un’idea di cinema che appartenga al paese di provenienza è meglio rinunciare a trovarla. Questi sono film Netflix e il paese da cui provengono è Netflix stesso.

Dentro questa storia di un musicista pieno di talento che tuttavia fa il pescatore perché viene da una famiglia di pescatori, c’è in realtà una storia d’amore e classi sociali diverse. A notare il talento del protagonista è una famiglia di produttori che era sorta intorno ad un grandissimo musicista ormai morto. All’ombra di quel mito vogliono strutturare e far decollare il bel pescatore con i tatuaggi giusti, il fisico tutto definito e la voce suadente (interpretato dal vero musicista Christopher) e gli promettono tutto: soldi, fama, soddisfazione e anche l’amore. La sua produttrice infatti è la figlia di quella famiglia, sua coetanea e arriva già innamorata. 

A Beautiful Life è insomma condotto bene, interpretato correttamente e ha anche un casting non male con volti non per forza ordinari. C’è poco da appuntargli: sa quello che deve fare e sa come farlo, spunta tutti i punti della lista del film di talento e romanticismo. E per quanto faccia sorridere l’idea di musica che esprime (“Devi trovare qualcosa di originale” gli dice la produttrice quando lui suona musica banale, ma poi le canzoni originali scritte da Christopher avranno pochissimo di originale lo stesso) sa manipolare gli intrecci tra fama, perdita delle radici e attrattiva della nuova vita. Semmai a suonare tipico del nord Europa operoso e commerciale è come la consueta dialettica tra la conquista di una ricchezza tramite il talento e il voler rimanere fedele alle proprie origini umili si risolva abbastanza in fretta con il disprezzo per le seconde e la grande soddisfazione per la prima.

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