Beat Saber ha riacceso la nostra passione per i rhythm game – Recensione

Gli Jedi si sono dati alla musica: la recensione di Beat Saber

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Disciolto nel codice che compone Beat Saber c’è la stessa magia che rese tanto divertente ed indimenticabile Donkey Konga, ennesima perla di una console, il favoloso Game Cube, dai più fin troppo sottovalutata. A rendere tanto speciale la creatura della Grande N non c’era soltanto una ricchissima playlist e delle meccaniche di gameplay profonde e raffinate. C’era una fisicità tutta tribale, primitiva, ancestrale. Nel battere le mani a ritmo, nel colpire le due casse del bongo mentre si veniva risucchiati dal ritmo trascinante della musica ci si sentiva quasi proiettati in luoghi e tempi inspiegabilmente noti, ma al tempo stesso indefiniti, sconosciuti, dimenticati.

Beat Saber fa leva sulle stesse suggestioni, immergendo il videogiocatore in un mondo digitale pulsante, che pretende un’interattività partecipata, quanto mai dinamica, coinvolgente, quando non ipnotica, anche per tutti coloro che semplicemente assistono alla performance di chi sta effettivamente giocando.

[caption id="attachment_192349" align="aligncenter" width="1000"]Beat Saber screenshot Come è facile intuire, i cubi rossi andranno tagliati con la spada dello stesso colore e viceversa. Esiste una modalità che permette ai neofiti di impratichirsi imbracciando un solo Move[/caption]

Dopo diversi mesi di esclusività in ambito PC, il meraviglioso rhythm game di Hyperbolic Magnetism ha debuttato da qualche giorno su PlayStation 4, arricchendo ulteriormente la sempre più convincente line-up del visore di Sony. Parliamo, senza mezzi termini, di un gioco assuefacente, divertentissimo, perfetto non fosse per una rilevante mancanza di contenuti, difetto che potrebbe comunque dissolversi se l’impegno promesso dagli sviluppatori, che dovrebbe concretizzarsi in futuri pacchetti di canzoni e modalità rilasciati con cadenza regolare, dovesse effettivamente realizzarsi."In Beat Saber non ci sono griglie, né pulsanti da premere. Si indossa il visore, si impugnanoi due Move e ci si prepara ad affettare, a ritmo di musica, tutti i cubi che scorrono dal fondo"

In Beat Saber non ci sono griglie, né pulsanti da premere. Si indossa il visore, si impugnano i due Move e ci si prepara ad affettare, a ritmo di musica, tutti i cubi che scorrono dal fondo, verso il videogiocatore. Guai a pensare che non ci sia una partitura, una coreografia da seguire. Gli oggetti da colpire sono di due colori differenti, gli stessi, e non a caso, delle due spade laser che stringerete tra le mani. Non solo: sui cubi sono impresse delle frecce, che indicheranno il verso del fendente con cui andranno colpiti.

In breve, considerando anche i muri di energia, che dovrete letteralmente evitare spostando tutto il corpo, complice una playlist dominata da sonorità tecno, ci si ritrova invischiati in un’esperienza da cui è davvero difficile staccarsi, estremamente movimentata, impegnativa anche per gli esperti del genere.

La Campagna, per esempio, propone una manciata di livelli in cui la formula di base viene lentamente stravolta e puntualmente rinvigorita dall’inserimento di malus sempre diversi. Bombe che vanno evitate a tutti i costi, indicatori che spariscono, un margine d’errore sempre più ridotto: gli sviluppatori hanno spinto al limite il gameplay proposto, architettando spartiti sempre più complessi e mettendo a disposizione diverse regole che poi possono essere eventualmente attivate o disattivate nel Free Play.

Questa modalità mette a disposizione sin da subito i 17 brani proposti da Beat Saber, permettendo all’utente di configurare a suo piacimento il brano da “suonare”, scegliendo la difficoltà e quali eventuali ostacoli affrontare, fattore da cui naturalmente dipenderà il punteggio ottenibile che comparirà poi nei rank mondiali.

Completa il pacchetto la modalità Party, utile per imbastire con pochi passaggi delle sfide in locale con i propri amici.

[caption id="attachment_192350" align="aligncenter" width="1000"]Beat Saber screenshot È davvero difficile descrivere il gusto che si prova nel tranciare di netto un oggetto con una spada laser a ritmo di musica[/caption]

Beat Saber è un riuscitissimo ossimoro. Con i suoi ritmi, con i movimenti richiesti per “suonare” le note che piovono verso il videogiocatore, esprime una fisicità quasi tribale e primitiva, mentre proietta il videogiocatore in uno scenario quanto più futuristico (e distopico) possibile.

Proprio a questo proposito si può muovere un’altra critica al gioco: la cronica carenza di brani proposti, fa il paio con la relativa povertà degli scenari in cui sono ambientati i vari livelli, tutti uguali tra loro.

Piccole sbavature, tuttavia, di cui ci si dimentica in fretta non appena si scopre quanto sia estremamente divertente e soddisfacente affettare cubi a ritmo tecno. Beat Saber è l’ennesima killer application per PlayStation VR, ennesima perla forse imperfetta, ma certamente in grado di dimostrare quanto la realtà virtuale possa essere un valore aggiunto nel panorama videoludico.

Continua a leggere su BadTaste