Beastly - La recensione
La Bella e La Bestia in versione emo è un gioiellino di comicità involontaria. Lui sembra un dj di elettronica della Germania dell'Est, lei appena uscita High School Musical...
Qualunque sia stata la molla che, dopo due anni di permanenza nei migliori cassetti delle migliori scrivanie di Hollywood, ha portato alla realizzazione di questa sceneggiatura, è stata geniale. Beastly non si vergogna di cavalcare palesemente la moda del periodo, ovvero le belle salvate dalle bestie in un contesto giovanil-depresso-casto (da Twilight fino a Cappuccetto Rosso Sangue è un profluvio) e lo fa attingendo dalla storia di bestialità e bellezza per antonomasia.
Maledetto da una strega emo, il bello della scuola diventa bestia, anche se questo diventare bestia non consiste in una metamorfosi che lo avvicini allo stato animale ma consiste nella perdita di tutti i capelli e nella comparsa di tatuaggio e tagli estremamente modaioli, una versione più underground e tedesca di sè. E nessuno lo riconosce, come capita a Pippo quando diventa Superpippo, tantomeno la bella in questione che il malcapitato dovrà conquistare (nonostante le sue fattezze mostruose e teutoniche) per tornare bellissimo (cioè con i capelli e senza tatuaggi).
La cosa più strana è la partecipazione di Neil Patrick Harris, attore che centellina (chissà per volontà di chi) le proprie apparizioni e che in questo film, nella parte del cieco consigliere della bestia, stona per qualità e quantità. A giudicare dal divario con il resto della sceneggiatura si direbbe che le proprie battute Neil se le sia scritte da solo...
***nota: i commenti verranno ripristinati presto. Ci scusiamo per i disagi***