Bayonetta 3, il multiverso della follia di Platinum Games | Recensione

Bayonetta 3 è un più che ottimo Stylish Action ma che tende a strafare nel corso dell'avventura, togliendo luce alla sua protagonista

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Sono passati quattro anni dall'annuncio dello sviluppo di Bayonetta 3 del 2017, avvenuto durante i The Game Awards. Quattro anni durante i quali, a ogni Nintendo Direct, il pubblico aspettava con ansia un nuovo gameplay, o una fantomatica data d'uscita. La strega di PlatinumGames si è fatta attendere, lasciando invecchiare Nintendo Switch prima di concedersi un ultimo straordinario ballo. A fine ottobre, leggiadra come una farfalla, Bayonetta è tornata a menare le mani, riportando sull'ibrida di Nintendo l'adrenalina degli Stylish Action.

In questi quattro anni PlatinumGames non si è mai fermata, con ben cinque giochi diversi (spesso multipiattaforma) ma non tutti all'altezza della loro nomea. Dopo lo scivolone di Babylon's Fall (che a breve chiuderà) il team si affida alle mani di Yusuke Miyata (che subentra a Yusuke Hashimoto) per la terza avventura di Cereza. Un'avventura che la porta fuori dal tempo, rompendo quel ciclo perfetto composto dai primi due capitoli, e raccontando una storia nuova che va perfino a riscrivere le realtà.

Il multiverso di Bayonetta 3

Una Singolarità pericolosa sta distruggendo gli universi, andando a caccia della Arci-Eva e sconfiggendola brutalmente. Quando arriva nell'universo di Cereza per ucciderla, la strega di Umbra scoprirà di essere l'Arci-Eva originaria e si metterà in viaggio per fermare l'apocalisse. Un viaggio che la porterà a incontrare le sue versioni alternative e a stringere patti con nuovi pericolosi demoni. Al suo fianco Viola, una giovane e sboccata spadaccina, la cui identità è facilmente intuibile fin dai primi istanti. Viola è riuscita a fuggire dalla sua realtà, avvisando Cereza e Jeanne della fine del mondo e dell'unico modo per fermare la Singolarità dal suo avanzamento.

"Il racconto è esagerato da tutti i punti di vista" Nel corso dei quattordici capitoli principali di Bayonetta 3 incontrerete versioni pazzesche della strega, capaci di farvi innamorare in pochi istanti dei loro poteri. Nel mentre, tra una variante e l'altra, ci saranno i livelli da affrontare con Viola, che seguirà il suo personale viaggio tra le realtà, e gli stage in 2D con Jeanne, veri e propri intermezzi tra un universo e l'altro.

La storia di Bayonetta 3 strizza più di una volta l'occhio ai cinecomics, andando a toccare il multiverso e i kaiju movie, divenendo l'avventura di Cereza più estrema di sempre. Il racconto è esagerato da tutti i punti di vista, come PlatinumGames ci ha abituato con la serie. E questa volta hanno esagerato anche con il gameplay e con l'esplorazione dei livelli.

Bayonetta 3

Tutto ciò che circonda Cereza (e di conseguenza Viola) è enorme. A partire dai livelli di gioco, mai così vasti come in questo terzo capitolo. I segreti e le sfide sono ben sparpagliate, con l'aggiunta di tre gocce di umbra nascoste in ogni livello. Data la lunghezza di alcuni capitoli, PlatinumGames ha ben pensato di inserire un'ulteriore divisione degli stessi. Così da permettere ai giocatori perfezionisti di puntare al Vero Platino in un verso preciso senza dover ripetere l'intero livello.

Anche il sistema di combo è espandibile, sebbene si sia tornati alle sole due armi selezionabili (contro le quattro del 2). Ognuna delle armi di Cereza ha il proprio albero delle abilità e demone assegnato, anch'esso con le proprie capacità da sbloccare. Ancora una volta ci troviamo di fronte a un gameplay tecnico pulito, con la possibilità di annullare le proprie combo in ogni momento per concatenarne di diverse. Al termine di ogni combo questa volta però, Cereza potrà invocare uno dei tre demoni equipaggiati, per fare più danno agli enormi boss e avversari.

Bayonetta 3

I kaiju sono proprio il focus principale del gameplay di Bayonetta 3. Un cambio drastico (ma parzialmente giustificato dalla trama) che va in contrasto con la leggibilità di ciò che succede a schermo. La telecamera di gioco infatti cercherà di fare di tutto per seguire l'enorme demone una volta evocato, mentre Cereza si limiterà a ballare sperando di non venire colpita. Una speranza che, se non si impara alla perfezione i pattern dei nemici, si schianterà sotto i colpi degli stessi. È una scelta che va di certo a rinnovare il gameplay di gioco, ma che lo sporca leggermente rispetto a quanto visto nel secondo capitolo.

Viola e Bayonetta

E una volta imparate le nuove abilità di Bayonetta, il gioco ci mette nei panni di Viola, cambiando completamente le carte in tavola. La giovane spadaccina può attivare il sabbat temporale solamente parando il colpo avversario e non schivando come Cereza. Questo cambio, all'apparenza banale, cambia tutti i timing di gioco, spiazzandoci completamente. Un ulteriore sfida alla memoria muscolare, che chiederà al giocatore di fare uno sforzo aggiuntivo per completare al meglio i livelli.

Bayonetta 3

A differenza di Cereza poi, Viola può contare su una sola invocazione, quella del suo gatto di pezza Cheshire. Nonostante abbia il proprio albero d'abilità, la giovane spadaccina ha molte meno mosse tra cui scegliere, risultando più una limitazione che un'aggiunta al gioco.

Il gameplay di Viola è infatti convincente, ma molto meno variegato di quello di Cereza, data l'impossibilità di cambiare le armi. Ne va di conseguenza che le sezioni con la nuova protagonista sono quindi meno ispirate. E per tutto il livello si ha lo stesso pensiero di quando utilizzavamo Nero in Devil May Cry 4.

Bayonetta 3 è il migliore della serie?

"Purtroppo, Bayonetta 3 deve scontrarsi con l'hardware ormai passato di Nintendo Switch."Sotto certi versi sì, Bayonetta 3 è il migliore della serie. Diatriba sul doppiaggio a parte, di cui non parleremo, Jennifer Hale raccoglie il testimone e da voce alla Cereza più loquace di sempre. Non solo, Bayonetta 3 punta molto anche sui filmati di gioco. Presenti in piccole dosi nei due capitoli precedenti, questa volta alterneranno quasi ogni combattimento, accompagnandoci nel corso dell'avventura multiversale della strega.

Purtroppo, Bayonetta 3 deve scontrarsi con l'hardware ormai passato di Nintendo Switch.
Ne esce un titolo che si pone come obiettivo i 60 fps, ma senza raggiungerli praticamente mai. Anzi, nelle scene più concitate, c'è un calo visibile, e un livello di pulizia generale nettamente inferiore agli altri due capitoli. Curiosa la scelta di non utilizzare il framerate fisso a 30 come Astral Chain, puntando anche in questo caso a strafare.

bayonetta 3

Un futuro dubbio (SPOILER)

Quest'ultimo paragrafo riguarda il finale del gioco e il futuro del brand, quindi vi consiglio di evitare di leggerlo nel caso non abbiate già terminato l'avventura principale. Trovo alquanto problematica la scelta fatta da PlatinumGames nel finale di Bayonetta 3. Da un lato, potrebbe concludere la saga, mentre dall'altro ci troviamo davanti a un nuovo inizio che, a conti fatti, non è per niente invitante. A meno che il gameplay di Viola non venga completamente rivoluzionato, ci troveremo di fronte a qualcosa di decisamente meno intrigante. Ma se venisse cambiato, e adeguato a quello di Cereza, ci troveremo invece di fronte a un personaggio che è un mero clone dell'originale, più sboccato e maldestro e meno affascinante. Inoltre altri brand storici hanno provato a cambiare il protagonista, fallendo miseramente e tornando poi sui propri passi. E non è questo il destino che vorrei per la strega di Umbra.

bayo

Pad alla mano si nota che, con Bayonetta 3, PlatinumGames abbia inserito nella propria opera tutto ciò che gli passava per la testa. Purtroppo, in molti casi, il continuo focalizzarsi sui demoni giganti o su Viola toglie spazio alla protagonista del gioco, permettendole di brillare solamente in versi secondari e nei filmati. Bayonetta 3 diverte, lasciando più volte un sorriso a trentadue denti stampato sul volto del fan della strega di Umbra, ma allo stesso tempo manca qualcosa.

Messo da parte l'aspetto tecnico, si nota che anche Cereza è spesso in disparte, e l'azione si concentra sui demoni evocati dalla chioma corvina della strega. Perfino la telecamera decide di metterla nell'angolo, lasciandola a danzare mentre la bestia di turno accumula danni.  Bayonetta diventa quindi spettatrice di un buon 80% degli scontri che restano sì divertenti, ma non quanto in passato. Un gioco che non è mai brutto, ma che nel suo voler strafare sotto ogni aspetto finisce per non eguagliare quanto fatto in passato.

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