Batwoman 1×02 “The Rabbit Hole”: la recensione

Nel 2° episodio Batwoman dribbla il classico "cattivo di puntata" per affondare i denti nel dramma familiare vissuto dai protagonisti

Condividi
Spoiler Alert
Giunta alla sua seconda apparizione, se escludiamo il debutto nel crossover dello scorso anno Elseworlds, Batwoman è per noi ancora un enigma che deve essere decifrato ed una serie sulla quale non ci siamo ancora fatti un'opinione ben precisa. Rispetto al pilot, in The Rabbit Hole ci sono dei notevoli miglioramenti, ma allo stesso tempo vengono fuori anche alcune caratteristiche peculiari delle serie berlantiane o dell'Arrowverse, comunque desideriate classificarle, che - in tutta onestà - avremmo preferito non veder affiorare.

Tra i punti forti dell'episodio c'è, a nostro avviso, la scelta di non gettarsi subito nella classica struttura da "cattivo della settimana" caro a queste serie, dando così ai personaggi maggiore respiro e tempo per farsi conoscere, nonché per abituarsi quello che sarà il loro destino. Kate (Ruby Rose) stessa sta di fatto ancora vestendo i panni di Batman per risolvere quello che possiamo considerare un suo problema personale, che sicuramente ha delle conseguenze sulla cittadinanza di Gotham e sulla loro sicurezza, ma che nel complesso le preme affrontare per un conflitto che si porta dietro da quando era bambina. Al di là di ciò, il personaggio appare completamente ignaro o forse disinteressato agli effetti che l'apparizione di quello che i cittadini credono essere il Cavaliere Oscuro stanno avendo sulla città: le persone hanno ricominciato a sperare, ma Kate non lo vede e l'unico a fare cenno a quanto sta accadendo è il suo riluttante braccio destro Luke (Camrus Johnson), ma nemmeno il farglielo apertamente notare sembra avere grandi effetti su Kate, tanto è concertata sul risolvere il mistero dell'identità di Alice. E' possibile che la vera Batwoman, l'eroina che abbiamo visto lo scorso anno nel crossover dell'Arrowverse, emerga nel momento in cui la protagonista dello show prenderà davvero coscienza di quale effetto la sua sola apparizione stia avendo sugli abitanti di una città divorata dal crimine, che vive costantemente nella paura e capisca che indossare quella maschera ha un significato più profondo che risolvere i propri problemi, ma la sensazione generale è che in Kate Kane debba ancora scattare qualcosa per vederla trasformarsi nell'eroina che tutti conosciamo.

Un altro aspetto interessante dell'episodio è il personaggio di Mary (Nicole Kang), la sorellastra di Kate, a cui viene dato maggiore spessore rispetto alla première e che, svestititi i panni della ragazzina vanesia e concentrata solo sulla sua immagine, riscopriamo invece come studentessa di medicina che si occupa di una clinica clandestina in uno dei quartieri più malfamati di Gotham, in cui tratta - senza fare domande o giudicare - criminali e persone bisognose, dando loro quelle cure mediche che altrimenti gli sarebbero negate. Non solo, in The Rabbit Hole, Mary acquista maggior carattere, ma anche il suo rapporto con Kate si fa più interessante e sfaccettato. Quando Alice la prende di mira, mandando da lei il suo ragazzo/complice perché la elimini, percependola come una minaccia nel rapporto con Kate, la reazione ferita e spaventata di Mary, dimostrerà quanto abbia sofferto per l'indifferenza che la sorellastra le ha riservato negli anni.

In quanto ad Alice, come avevamo accennato nella recensione del pilot proiettato durante il San Diego Comic-Con, permane la sensazione che Rachel Skarsten reciti con il freno tirato, senza quegli eccessi e quella sognante follia che hanno reso famoso il personaggio il che è indiscutibilmente una perdita per la serie. Dal punto di vista professionale, per un attore, avere l'opportunità di poter affrontare un ruolo che permetta di uscire dagli schemi e lasciarsi veramente andare è molto raro, non approfittarne è quindi una scelta curiosa. Nella recensione del pilot avevamo anche espresso la nostra perplessità per la decisione degli autori di rivelare così prematuramente uno dei più grandi conflitti/segreti dell'episodio pilota, il fatto cioè che Alice potesse essere Beth, ma in questo episodio - almeno in piccola parte - gli autori sembrano rimediare a questa peculiare scelta introducendo il dubbio: sarà vero che Alice è chi dice di essere o, nella sua follia, sta solo cercando di manipolare Kate, come il padre di lei è convinto stia facendo? Il fatto poi che, per la fine dell'episodio, Alice riveli di conoscere l'identità segreta di Kate, sicuramente aggiunge carne al fuoco, inserendo un elemento che, se trattato nella maniera giusta, può risultare stimolante.

Ciò che al contrario ci lascia perplessi di questo episodio è tutto ciò che lo rende una riconoscibile serie dell'Arrowverse, non tanto nelle sue atmosfere cupe simili a quelle di Arrow, quanto piuttosto per quello che concerne i suoi personaggi ed una certa retorica nel modo in cui sono rappresentati: Luke è la fotocopia della spalla stile Cisco o Felicity e, per quanto simpatico o talentuoso sia Camrus Johnson, dopo due soli episodi, sembra strozzato in questo ruolo, così come Catherine Hamilton-Kane (Elizabeth Anweis) da madre premurosa e moglie fedele, ha già preso la strada di una possibile Moira Queen con le sue macchinazioni ed i suoi segreti, quando la vediamo rubare il coltello di Alice per evitare che Kate lo usi per un test del DNA che potrebbe svelare indiscutibilmente la sua vera identità. Allo stesso modo l'apparentemente superficiale Mary, si è presto trasformata (come in parte fu per Thea Queen) in qualcuno che dimostra di tenere al suo prossimo ed è disposta a mettersi in gioco in prima persona per aiutare gli abitanti della sua sfortunata città. Se è pur anche vero che questi personaggi sono tutti variazioni sul tema di figure care al mondo dei fumetti, a nostro avviso, in uno show che è stato quasi presentato e pubblicizzato come il prossimo Arrow, sarebbe stato meglio diversificare certi aspetti.

Nel complesso The Rabbit Hole è un episodio meglio riuscito del pilot della serie, che ha ancora bisogno di trovare una sua identità distinta, il tutto al netto dell'interpretazione di una Ruby Rose che regge bene il suo ruolo e non sfigura affatto come protagonista dello show.

La prima stagione di Batwoman va in onda negli Stati Uniti ogni domenica su The CW.

Continua a leggere su BadTaste