Battaglia: Il Pio Padre, la recensione
Battaglia: Il Pio Padre, l'ultimo inedito del vampiro siciliano di Recchioni e Leomacs, si attesta come l'episodio più ardito e ficcante dell'intera saga
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nata più di vent'anni fa dalla fantasia e dall'estro dei due amici e colleghi romani, l'originale saga Horror diventa il pretesto per scandagliare in maniera fantastica e romanzesca i fondali paludosi della moderna Storia Italiana, i suoi fenomeni di cronaca più oscuri e intricati.
Come è chiaro dal titolo, il bersaglio è niente meno che Pio da Pietrelcina (1887 – 1968), al secolo Francesco Forgione. Beatificato nel 1999 e proclamato santo nel 2002 da papa Giovanni Paolo II, incontra da decenni - e in continuo crescendo - una venerazione popolare di massa. Francesco I ha voluto addirittura che durante il Giubileo Straordinario della Misericordia fossero esposte nella Basilica di San Pietro le sue spoglie; furono trasposte da San Giovanni Rotondo, paese dove è sepolto il padre di origini beneventane, a Roma, sollevando a febbraio varie proteste per il costo esorbitante del viaggio a spese della regione Puglia.
I dubbi - per usare un eufemismo - soprattutto quelli appartenenti al pensiero laico e indipendente, vengono trasformati in azione, violenza e sarcasmo nella più travagliata avventura di Battaglia, qui vittima del fanatismo religioso e politico, simbolo stesso del demonio da esorcizzare dal frate come ultima impresa prima della morte.
La storia prende spunto dall'inchiesta di Sergio Luzzatto, raccolta nel libro Padre Pio: Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (Einaudi, 2007) e riporta a galla con senso critico e provocatorio - cosa che dimostra una profonda documentazione - i fatti più salienti, a dir poco torbidi, che accompagnarono il francescano, come le stigmate, i rapporti morbosi con le “figlie spirituali” predilette e i contatti con le frange più reazionarie della destra. Il tutto viene descritto attraverso una godibilissima trama che scorre fluida come il bianco e il nero che Nizi riesce a impastare con meravigliosa maestria, coadiuvato nei layout delle ultime trenta tavole da Elisa Divi.