Battaglia: Lo Stalliere, la recensione
Pietro Battaglia e il Cavaliere incrociano le loro strade, immersi negli ultimi trent'anni di Storia italiana
Battaglia agisce in una sorta di retcon della realtà, calandosi perfettamente nei più sudici fatti di cronaca. Anche in questo caso, Pietro continua a tingersi di sangue e noir, destreggiandosi con la sua mole in un mondo ancora oggi oscuro ai più, fatto di celebrità, televisione, crudeltà, abusi e malavita.
Prima di ogni altra cosa, Lo Stalliere affronta un tema particolarmente caro alle categorie d'individui inseriti all'interno della storia: la comunicazione. Ogni atto è di per sé comunicativo, sia esso intimidatorio o di resa, alla luce del sole o perpetuato nell'ombra. La comunicazione, base della vita televisiva e politica del Cavaliere, è il motore che muove tutti gli eventi.
Dario Sicchio offre un'anima nera alla soggetto scritto da Roberto Recchioni, con dei testi tanto taglienti quanto efficaci. Le parole sono importanti, almeno tanto quanto lo sono le bombe. Nell'albo, l'inganno della comunicazione viaggia su due binari distinti che, fino alla risoluzione della trama principale, sembrano non incontrarsi mai.
Ogni riferimento a fatti o persone dell'Italia di quel periodo non è assolutamente casuale. La scelta degli elementi di cronaca, dei luoghi e dei nomi degli individui coinvolti, restituisce una chiarezza inequivocabile. La fantasia si mescola alla realtà in modo fluido, restando agevolmente nel campo della verosimiglianza. Le cose, a prima vista, potrebbero essere andate così? Forse, non lo sapremo mai. In quest'avventura Battaglia è un uomo fuori dal tempo, come forse mai è stato prima d'ora. Osserva il mondo che muta inesorabilmente, ignorando le sue minacce e quando prova ad adattarsi in una dimensione diversa dalla sua, il controllo gli scivola tra le mani. Per sua fortuna, il vampiro ha degli ottimi riflessi.
Battaglia: Lo Stalliere è un albo spregiudicato che intrattiene e diverte il lettore, senza forzature nei toni o auto-censure di altra natura. Inspiegabilmente, nonostante non tratti proprio con i guanti una determinata classe sociale italiana talmente fuori dal mondo e dal tempo da apparire nuda e fragile (non solo metaforicamente), questo albo non ha - ancora - suscitato le polemiche che avrebbe meritato.
In chiusura, l'anticipazione del prossimo numero è una chicca che fa proseguire in modo ideale la narrazione di questo volume, coinvolgendo uno dei pochi personaggi inerenti alla trama che stranamente non erano stati ancora sfruttati.